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Campo mobile di noviziato 1961 in Val Codera PDF Stampa E-mail

 Cronista Mammo Sampietro:

Noviziato 1960-61. Era il mio secondo anno da Maestro dei Novizi con Giacomo Grasso aiuto-maestro

I Novizi Rover erano: Sandro Boatti, Franco Carlini, Aldo D’Arco, Francesco (Checco)  Panarello, Emanuele Repetto, Adolfo Semino, Pier Giorgio Spotorno, Ugo Vignola,  Bruno Zunino. Bel noviziato anche questo, con tipi tosti.


Il culmine dell’attività fu come sempre il campo mobile, fatto in Val Codera.
Poiché dovevo dirigere il Campo Scuola Natura a Colico, proposi al Noviziato di fare il campo mobile in una valle bella e famosa tra gli scout, non lontana da Colico.
La Val Codera, per chi non se lo ricordasse,  è il varco attraverso il quale le mitiche Aquile Randagie conducevano in Svizzera ebrei e perseguitati dal fascismo ed è la famosa valle del canto

“Ah io vorrei tornare anche solo per un dì,
lassù nella valle alpina…”.

Il Noviziato accettò l’idea.

Così Pier Giorgio Spotorno ricorda l’inizio:
Partenza in treno da Genova per Milano il  13 Agosto. A Voghera sale Sandro Boatti (era in villeggiatura da quelle parti) e ci informa che durante la notte avevano incominciato a costruire “un muro” a Berlino (tanto per inquadrare il periodo ..). Arriviamo a Milano e nel pomeriggio prendiamo il treno per Novate Mezzola da dove inizierà il nostro campo mobile.

Da questo momento in avanti ho “buio completo”.
Mi ricordo, a sprazzi, la mattina sulle creste, dove faceva un freddo cane e una volta ci siamo riscaldati le mani sotto la pancia (calda) delle mucche che uscivano dalla stalla all’alpeggio. Tra parentesi, le mucche non obiettavano fino a che il freddo delle mani passava attraverso la cute: a quel punto scalciavano, e devo dire che per noi era divertente (per il mandriano meno …). E il ricordo del gusto del latte appena munto ….

Vediamo allora di ricostruire il percorso del nostro campo mobile.
La Val Codera ha una prerogativa: al suo inizio, al contrario di tutte le altre, non la vedi.
Si parte da Novate Mezzola, dalla sponda del lago omonimo e dalla Statale dello Spluga; alla frazione di Mezzolpiano (300 m slm)  comincia il sentiero della Valle, alla base di un immane roccione che la nasconde.
Per incontrare la Valle bisogna salire infiniti gradini di ogni altezza intagliati nella roccia (mi pare di ricordare che siano circa 700).
Noi siamo arrivati al paese di Codera (825 m slm), vi abbiamo pernottato e poi abbiamo risalito la valle che si fa ampia, se pur con qualche strozzatura, seguendo il torrente. La seconda tappa, dopo la salita alle baite delle Saline, fu la grande piana nella quale è collocato il paese di Bresciadiga. La piana ha come sfondo un arco di alte cime, imponenti, con parecchi ghiacciai pensili e le impressionanti ripide pareti dell'Oro, del Ligoncio e della Sfinge.
Li, a Bresciadiga, ci capitò di fare “servizio”: era la vigilia della festa patronale e le donne del paese, aiutate dalle ragazze, si davano da fare a pulire e addobbare la chiesina. Una bambina, Clita Nonini andata a riempire al torrente i vasi per i fiori, scivolò sui sassi e, rompendo  un vaso, si fece un taglio al polso destro, molto profondo. In quel momento noi arrivavamo sullo spiazzo della chiesa e fummo subito chiamati intervenire (tutti gli abitanti della Val Codera erano abituati a vedere negli scout una sorta di ….. angeli del soccorso). Fermata l’emorragia, ci offrimmo di rifare a ritroso il percorso fino a Novate Mezzola portando a spalle la bimba. I parenti non vollero e noi, ricomposti i lembi della ferita, dopo averli ripuliti e disinfettati, facemmo una “cucitura” con delle farfalline di cerotto come mi aveva insegnato a fare un medico scout del Gaslini. Ricordo con un certo raccapriccio che si intravvedeva dalla ferita, la guaina di un tendine, peraltro non leso.
Ripreso il cammino, il giorno dopo arrivammo  al Rifugio Luigi Brasca (1210 m slm) dove, il 16 agosto, mettemmo il campo e ci fermammo due giorni facendo puntate verso il passo dell’Oro e la base della Sfinge.

 La Sfinge 2802 m e Pizzo Ligoncio 3032 m visti dal rifugio Brasca
 Il ritorno a  Novate avvenne per altra via. Ripercorsi i nostri passi fino a Bresciadiga e constato che Clita non aveva avuto febbre e che i lembi della ferita erano sani, passammo il ponte della Mutta che porta all’altro versante della valle; si passa presso la "presa", la piccola diga che alimenta la centrale idroelettrica di Campo Mezzola. Qui inizia il "Tracciolino", un sentiero che fu la sede di una ferrovia a scartamento ridotto utilizzata per la costruzione della diga. Perfettamente orizzontale seguendo una curva di livello, a quota 900, lungo 12 km il sentiero si sviluppa  lungo il lato sinistro della valle . Al termine del Tracciolino scendemmo  in picchiata a Novate Mezzola per raggiungere Colico, sede del Campo Scuola il più famoso dell’ASCI d’allora.

 Dal Campo Scuola di Colico guardando verso la Val Codera
 
Purtroppo del campo mobile di noviziato non esistono (?) fotografie.Le foto inserite sono cartoline d'epoca spedite a casa in quell'occasione

Campo Natura.
I novizi che, potendolo fare, si erano iscritti  per partecipare al Campo Natura si fermarono con me a Colico (sicuramente Franco Carlini, Aldo D'Arco, Pier Giorgio Spotorno...).  Gli altri rientrarono a Genova. La direzione del Campo Natura era formata da Cesare Bonicelli (Capo di Bergamo, futuro sacerdote, parroco e Vescovo di Sansevero e di Parma), Elio Sparvoli, Capo dei Nautici di Roma, Carlo Maurizio Camangi, detto CaMaCa , da me e da membri della Pattuglia Nazionale Natura del Picchio Verde che venivano a tenere  le diverse sessioni specialistiche e poi ripartivano.

 
Mammo con Elio Sparvoli
 e con Cesare Bonicelli
Ancora Pier Giorgio.
Qui i ricordi si fanno leggermente più nitidi.
Era la prima volta che partecipavo a un incontro con scout provenienti da altre parti, e passato il primo momento di imbarazzo, è stata un’esperienza molto positiva: l’osservazione del “metro quadrato di terreno” (che ho poi ripetuto con successo con le mie figlie e conto di fare quanto prima , e gradualmente, con i nipoti), i tuffi nel Lago di Como (o meglio, nel laghetto della rientranza del lago vicino al campo), l’esperienza del “deserto” nelle due ore di veglia notturna sulla scogliera, la visita all’Abazia di Piona (e la Goccia Imperiale !!!) e l’incontro con Mons. Andrea Ghetti , personaggio di grande spessore e di istintiva simpatia
(ndr Dirigeva il contemporaneo Campo Scuola Assistenti). A proposito di Don Ghetti (che fosse Monsignore l'ho saputo dopo), mi piace ricordare questo episodio: gli Assistenti Ecclesiastici erano un pochino .. indisciplinati e tendevano sempre a fare tardi alle adunate. Allora Don Ghetti, mentre si trovava al centro del campo in attesa dei ritardatari, urlava con voce stentorea: "Reverendi, pristo !!!" che, a distanza, veniva interpretata in altro modo creando anche reazioni un pò risentite. E quando i ritardatari arrivavano di tutta fretta e iniziavano a fare le loro rimostranze, Don Ghetti, in modo serafico rispondeva: " Ho detto pristo, e non ...".


 Una Sessione tenuta da Cesare davanti all'Altare del Campo Scuola. Appoggiato a un pilastro CaMaCa

 Una sessione tenuta da Mammo. All'estrema sinistra Franco Carlini; all'estrema destra Cesare e CaMaCa
 
Mammo  e Pier Giorgio
 

PS: Nell'autunno inoltrato dello stesso anno, a Noviziato quasi concluso, mi arrivò a casa la cartolina che vedete qui a fianco. Anche per Clita, scesa a Novate per passare l'inverno e per tornare a scuola, le cose si erano risolte per il meglio! 
 
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