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Campo estivo 1960 al lago delle lame PDF Stampa E-mail

C.R. Beppe Marescotti

Aiuti: Alberto Guerrieri, Enzo Campodonico, Gian Paolo Guelfi.

Intendente: Sebastiano Geraci.

 (Cronista Enzo Campodonico)

            Siamo in località Lago delle Lame, nel Comune di Rezzoaglio, presso il lago omonimo, accampati in una magnifica pineta. Vicino c’è il Franco Nanni, a poco più di un paio di km., presso il lago degli Abeti, l’Abuna Messias e il Reparto Ge 1°. 

            Partiamo da S. Nicola con il pullman affittato presso il solito Callero, caricando oltre che zaini materiale e tende per le 4 squadriglie. Manca la tenda dei capi. Beppe dice che in un modo o nell’altro ci arrangeremo. Ci viene in aiuto la Sig.ra Pescetto, mamma di Giorgio, che ci offre generosamente una canadese da tre/quattro posti, nella quale staranno Beppe, Alberto, Franz, il sottoscritto, Seba e Giorgio Spano.

            Giorgio, dopo la prima esperienza dell’anno precedente, viene al campo con entusiasmo, portando  con sé anche l’armamentario per la pittura.

            Subito si ha la cerimonia dell’addio di Franz al N. H., perché si trasferisce al 1°, e il benvenuto a Gian Paolo, proveniente dallo stesso Reparto. La stessa cerimonia era stata fatta al 1° a ruoli invertiti!

            I primi giorni di campo, che come al solito sono dedicati ai lavori, vedono Alberto sovraintendere agli stessi, con ottime realizzazioni. Ricordo il portale di ingresso con relativa porta girevole, vero capolavoro di tecnica.

             Padre Lucio (eccolo in una foto con Enzo), assistente del Franco Nanni, ha portato una vecchia vespa mettendola a disposizione. Seba che è l’intendente non si fa pregare, impara rapidamente a guidarla e la usa ben volentieri per i rifornimenti.

            Esauriti i lavori, si fanno le tradizionali attività di reparto: un grande gioco, una giornata natura, una giornata dell’uomo primitivo, giochi da campo, ecc.

            La sera, dopo il fuoco di bivacco, e il silenzio, i Capi del N.H. e quelli del F.N. si ritrovano sulle sponde del Lago a chiacchierare e a rilassarsi dopo l’intensa giornata. Marcello Dentello tiene banco raccontando esilaranti barzellette. Alcune volte invece ci diamo appuntamento con la direzione dell’Abuna e del 1°.

            La riva del lago è il luogo ideale per Giorgio, che lì piazza il suo cavalletto e dipinge paesaggi sotto la guida e i consigli di Alberto.

            Dopo alcuni giorni c’è il Raid, ossia un percorso lontano dal campo base con pernottamenti.

            Il primo giorno è dedicato ad un’escursione in montagna. Tutte le squadriglie, insieme ai capi, lasciano il campo nel primo pomeriggio e si dirigono al passo Pre di Lame e da lì raggiungeranno la vetta del Monte Aiona dove osserveranno un favoloso tramonto. Poi breve discesa a Prato Mollo con cena e pernottamento nell’omonimo rifugio. Ricordo una allegra serata conviviale, con vino per tutti, perché quel giorno ricorreva il mio onomastico (19 luglio).

            I guai iniziano il giorno successivo. E’ in programma un Grande Gioco. Due squadriglie hanno rapito uno scout appartenente ad un’altra squadriglia e fuggono verso un’ignota località. Le altre due squadriglie devono cercare di raggiungere i fuggitivi per liberare l’ostaggio Il prigioniero lascia dei segni che dovrebbero rivelare il percorso. Noi capi stiamo a metà trai due gruppi per controllo e per aggiungere altre tracce dove queste sono poco evidenti.

            Durante il percorso Beppe (da poco ha visto il film I 7 Samurai) sta facendo roteare un bastone a mo’ di spada; inavvertitamente mi avvicino troppo col risultato di ricevere un violento quanto involontaria bastonata sulla testa Io crollo a terra e mi  produco una ferita non lieve, ma prontamente mi riprendo.

             L’incidente tuttavia ha scombussolato completamente l’andamento del gioco, col risultato che perdiamo il contatto dalle squadriglie. Il percorso preventivato avrebbe dovuto portarci al lago Riane, sopra Roncolongo, ma il lago esiste solo sulla carta IGM e in verità si tratta di una limitata piana paludosa; il toponimo poi era sconosciuto ai locali. Il gruppo inseguitore non trova più tracce e scollina in tutt’altra direzione, verso la provincia di Parma.

            Alla sera il mezzo Reparto rientra al campo con Beppe mentre Gian Paolo, Alberto e il sottoscritto andiamo alla ricerca degli scomparsi. Andiamo al Lago Nero, saliamo sul Maggiorasca, giriamo per tutti i paesini della zona, ci dividiamo, chiediamo notizie ai locali, ma per due giorni non si hanno notizie dei dispersi.

            E’ ormai sabato, domenica sarà la giornata dei parenti. Come ce la caveremo?

            Finalmente nel primo pomeriggio riappaiono i desaparecidos tutto sommato in buona forma.

            Alcuni al fuoco di fine campo diranno che questa è stata la più bella e avventurosa attività. (forse Adolfo Semino, uno dei due caposquadriglia dispersi, confermerà).

            Il campo continua con altre attività., alcune di reparto, altre di squadriglia.

            Ricordo un gioco notturno, in cui si scopriva Beppe impiccato ad un albero al chiarore vago della luna piena. Ovviamente la robusta corda, prima di essere annodata al collo del malcapitato, passava sotto le sue ascelle.

            Il campo termina senz’altri inconvenienti se non una nottata con violento acquazzone; ma tutto sommato le tende hanno retto.

 

 

 
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