I campi estivi di noviziato, erano campi mobili. Ci si spostava portando nello zaino tutto quello che serviva per una vita di "strada", dalle tendine biposto al mangiare e agli strumenti per prepararlo.
Ogni Noviziato preparava il suo campo mobile, della durata di una settimana, scegliendo ambiente, percorso, tappe. Anche qui si può dire che ogni campo era costruito a misura di quel Noviziato pur avendo, in comune con gli altri, stile, impronta, consuetudini. Rimandiamo alla sezione Eventi per avere qualche notizia dei vari campi. Qui ci limitiamo a dire che il campo era il banco di prova di tutto ciò che si era cercato di costruire durante l'anno in merito all'educazione del fisico, alla fraternità e al mutuo aiuto, alla spiritualità e allo stile, alla capacità di affrontare l'imprevisto o la circostanza straordinaria con autentico spirito scout, facendo fronte, nel modo migliore e con il sorriso sulle labbra, agli eventuali inciampi che la "strada" avesse posto tra i piedi di coloro che la percorrevano. Non sempre le circostanze erano negative: un'esperienza insolita ma piacevole, un incontro con una persona degna di nota, un'occasione di servizio, un manufatto notevole erano doni che la "strada" ci faceva. Osservare la natura e le realizzazioni dell'uomo, cogliendone gli aspetti estetici, culturali e sociali, affrontare la fatica del cammino e vivere insieme per più giorni, ciascuno con il proprio carattere, erano i compiti che la "strada" ci chiedeva di svolgere. Per mesi i novizi si erano "educati" nei vari ambiti ad affrontare questi compiti al meglio. In sintesi, durante il campo, i Novizi imparavano a famigliarizzare con quella maestra di vita che, per il roverisno, è la strada. La assaggiavano per la prima volta seriamente e dovevano scoprire se si sentivano di averla per maestra, con il "servizio", anche negli anni a venire. La strada è la vita Di polvere o fango
il suo manto, con pietre d’inciampo, a volte tortuosa, a tratti diritta, scoscesa o nel piano, bordata di fiori, con alberi immensi a far da colonne e darti il ristoro del fresco e dell’ombra, tra prati verdissimi ed acqua corrente che il passo accompagna con rombi e con canti: davanti ai tuoi occhi si apre la strada. | Incontri compagni, cammini da solo, parole e silenzi scanditi dai passi, il sole e la pioggia il soffio del vento. le nuvole bianche appuntate nel cielo le grandi montagne, le case dell’uomo, gl’inviti a pregare, il canto di uccelli che ascolti e non vedi. Ogn’incontro un regalo un ricordo, un appunto sul diario e nel cuore. | Puoi anche fermarti a riprendere fiato, sostare e guardare, visione svelata, un luogo incantato, scrutare lontano la meta sognata e poi ripartire incontro all’ignoto, un passo, due passi, lo zaino che pesa con dentro le cose che posson servire per farti arrivare là dove hai pensato di attendere l’alba, la nuova giornata. | Il tratto percorso è inciso nel corpo ma il cuore è sereno per quello che hai fatto. Ti senti arricchito, ringrazi il Signore d’averti portato su questo cammino. La meta è lontana e tu non sai quanto, cammini e non chiedi se vale la pena. Tu sai che la strada non è ancora finita, va tutta percorsa: la strada è la vita. |
. |