…..faceva bella mostra di sé, sorretta da due sostegni di legno, un’accetta canadese da abbattimento, dal lungo manico adatto per usarla a due mani. L’ascia aveva anche un nome, “Articolo 5°”, e  la cosa merita una breve spiegazione.
In Clan, come in tutti i Clan del mondo, capitava che, sugli argomenti più diversi, ci fossero discussioni e dibattiti che terminavano, il più delle volte, con una conclusione condivisa e con alcuni pareri discordi a corollario. A volte però, la discussione si faceva accesa, la sua conclusione tardava a venire, il dibattito si protraeva oltre il “consentito”, le prese di posizione, polemiche oltre misura, rischiavano di incrinare il clima di fraternità tipico di una comunità rover.
Allora Teddy, il Capo Clan, afferrata l’ascia, dichiarava solennemente: “Articolo 5°, chi l’ha in man ha vinto” mettendo drasticamente la parola “fine” alle diatribe: la discussione si bloccava di colpo, quasi l’accetta fosse stata usata veramente per dare un taglio alle polemiche. Era una regola accettata e condivisa: lungi dall’essere un atto dittatoriale era sentito come un invito a riflettere sulla piega presa dal dibattito, sul rischio che si correva a continuarlo, sulla necessità di moderazione nel discutere e sul dovere di rispettare le opinioni degli altri pur cercando  di sostenere le proprie.
Siamo sicuri che molti di noi, durante la loro vita di lavoro o assistendo a certi  dibattiti pubblici, abbiano sentito la mancanza dell’Articolo 5° e lo abbiano un po’ rimpianto.

 Non sappiamo che fine abbia fatto l’ascia di allora ma, a riprova di quanto sia stata importante per noi, alcuni anni fa ne regalammo una identica, corredata dalle nostre firme, a Teddy. durante un incontro ai Certosini.
Alfredo Costa che ci ha aiutati a ricordare il mitico Articolo 5° ci ha fornito la foto di una sua ascia per ricordarlo anche visivamente.