Franz Guiglia e Enzo Campodonico hanno preparato questi ricordi di Padre Gaspare Tomati da Ovada, Assistente Ecclesiatico di Clan dal 1956 al 1966, corredati da bellissime foto.
Franz Guiglia
L’ho conosciuto entrando in Clan (1958). Lo ricordo soprattutto nei campi di Clan sulle Marittime dove ci seguiva in silenzio col suo pesante zaino e si riposava mettendosi in una sua posizione yoga (a candela con le gambe stese in su): girava in clan una sua foto in questa posizione ma non gradiva si diffondesse (era in pantaloncini corti e non col saio …) P. Gaspare nella sua famosa posizione di riposo
Quando sono diventato capo reparto al I° ( al Sacro Cuore di Carignano) non avendo un Assistente in reparto (c’era il Parroco pro-forma) l’ho cercato per questo scopo e , disponibile come sempre, ha accettato; ricordo che avendo io ancora il foglio rosa mi faceva da “patentato a fianco” per andare in giro a cercare il posto per il campo estivo e durante il viaggio come diversivo mi faceva recitare qualche decina del rosario …. Ai campi, in pantaloncini corti aiutava a fare le costruzioni con modestia e competenza.
1962 Campo di Serra di Pamparato - P. Gaspare rifinisce l'altare
1962 Campo di Serra di Pamparato - P. Gaspare al lavoro
Anni dopo me lo sono ritrovato superiore ( e poi Parroco) del convento di San Bernardino, vicino al quale abitavo ( ed abito):ci vedevamo spesso e via via mi coinvolgeva in varie attività della chiesa; mi fece anche entrare nella commissione economica parrocchiale ed in questo ruolo partecipammo a varie riunioni in Curia ma non mi fece mai vedere un conto della Parrocchia!! per Lui il denaro era “lo sterco del Demonio” (ed aveva ragione) per cui meno lo si maneggiava meglio era ….Ritornò poi al Padre Santo in quanto fu Provinciale dei Cappuccini per vari anni; in tale ruolo si recò più volte nelle missioni gestite dal Cappuccini Liguri ( Perù e Repubblica Centrafricana) e mi raccontava poi le esperienze vissute.
Ritornato a San Bernardino fece ancora il parroco attivando varie iniziative parrocchiali che languivano; io gli organizzavo tra l’altro le gite parrocchiali ( 2 o 3 all’anno) ai santuari del nord Italia ed era molto ben voluto e seguito soprattutto dalle persone semplici della parrocchia (anche in queste gite, in pullman ci faceva recitare il rosario …). Era sempre disponibile e lo ricordo molto impegnato nel seguire l’attività dei chierichetti, il bollettino parrocchiale, gli anziani della parrocchia, il gruppo famiglie,ecc.
Negli anni la sua salute era andata peggiorando ma riusciva pur sempre a tenersi in attività rispettando una dieta rigorosamente povera; ricordo che quando lo andai a trovare al Monoblocco mi apparve sempre sereno e non sofferente, ben voluto dal personale paramedico e dai vicini di letto. Dopo qualche tempo (non ricordo l’anno) mancò ed il suo funerale al Padre Santo fu una solenne funzione celebrata dai tutti i confratelli e seguita da tantissime persone, ex parrocchiane e non, persone modeste ed importanti perché si era fatto veramente apprezzare e ben volere da tutti. Enzo Campodonico Anch'io ho conosciuto Padre Gaspare, alla fine del 1957, quando sono entrato novizio in Clan. La mia prima impressione, confrontata con quella di padre Marco mio assistente in reparto, era quella di uomo semplice, mite, ma che trasmetteva una fede profonda. Padre Gaspare era allora padre guardiano al convento del Padre Santo, fu poi trasferito poi a Santa Caterina, per poi tornare di nuovo al Padre Santo come padre provinciale. Tra tutti gli incarichi che aveva ricordo che per molti anni aveva gestito il cinema Cappuccini, che noi rover frequentavamo spesso anche perchè la tessera scout ci dava la possibilità di usufruire di uno sconto consistente. In tutto questo periodo oltre ad essere l'assistente di Clan aveva anche ricoperto il ruolo di assitente del Noviziato. Teddy diceva spesso che padre Gaspare aveva accettato di buon grado l'incarico, come eredità da Padre Cassiano. Sempre presente nelle riunioni che si tenevano nella Sede ai Cappuccini, svolgeva la sua mansione con grande diligenza e le sue argomentazioni erano semplici, ma chiare e sicure. Nelle discussioni, talvolta accese tra molti rover del clan, lasciava che si sfogassero, poi concludeva nel modo più semplice, Ricordo che spesso citava la frase di S. Francesco " tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto" Di lui ricordo la partecipazione a 2 campi mobili di Clan, quello del 1961 in val Gesso, e quello del 1963 in val d'Aosta. Col suo pesante zaino, arrancava con una discreta fatica su per le impervie salite, ma non si lamentava mai. E tra i ricordi più belli una S. Messa celebrata nella capella di S. Lucia in val di Gressoney, di fronte al ghiacciaio del Lys, e la notte stellata al Colle delle Cime Bianche, prima dell'improvvisa nevicata del mattino successivo. |