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La Storia del Ge 1° PDF Stampa E-mail
Dice Daniele ......son parole di Virgilio, ma non volevo fare lezione di letteratura classica ai nostri 4 lettori, volevo invece far cenno al fatto che "entrare nella storia" è sconfiggere la morte; tema grosso, storia piccola: non guadagneremo l'eternità solo per aver messo giù i ricordi dei nostri vent'anni, lo so, ma un po' ci piacerebbe...

 

  Forsan et haec olim meminisse iuvabit

    (Eleonora Fonseca Pimentel,1779;   subito prima di essere impiccata)
              
 LA STORIA DEL GE 1°

Un primo Ge 1° era stato fondato nel 1915; ma non ne sappiamo altro (il dato deriva dal censimento del '45; notiamo che l'ASCI nasce nel '16, dunque si era ancora alle Gioiose Liguri...).
Il Ge 1° “riapre” il 24/4/’45 (anche questa affermazione viene da quel censimento; ma era la vigilia della Liberazione...); già Gruppo 15°, cambia numero d'ordine, e assorbe i Gruppi 5°, 9°, 17°. (ndr: poi diventa brevemente il GE 40°)
Tempi pionieristici e turbolenti, notizie aneddotiche.
Ha sede in San Matteo, fazzoletto bianco col bordo rosso (colori di Genova?).

Comprende 2 squadriglie di Lupetti, 2 squadriglie di Esploratori, 2 squadriglie di Pionieri. In tutto 2 dirigenti e 30 iscritti.
Nel ‘46 si registra la presenza di 2 dirigenti e 7 Esploratori.
Nel '49 il Riparto c'è: lo testimonia Mammo Sampietro, che iniziò ad esserne membro (Ndr: promessa il 17/12/50).
Dal 1950 il Riparto si chiama ”Ge 1° Franco Nanni ”.
Nel '50 risultano 18 Lupetti. Tra loro Gian Paolo Guelfi che ricorda il campo al Deserto di Varazze. In Direzione Carlo Ciurlo Akela, Angelo Pescio  Wontolla, e Bull chissà che bestia …....
Come si vede, pochi i dati documentati, ma forse non sarebbero pochi i fatti da ricordare.

Dal 1950 qualche novità: cambia il fazzoletto, che diventa scozzese rosso e blu (colori del Genoa?), compare una nuova sede in via Balbi per Lupetti ed Esploratori (presso la Parrocchia di San Carlo, allora gestita dai Carmelitani Scalzi), nasce il Clan ”Stella del Mare” con sede in San Matteo. 

Fazzoletto scozzese del GE 1° e Scudetto del Clan "Stella del mare" 
Una rara fotografia (1954) del Clan Stella del mare dopo una cena nella sede di S. Matteo.
Da sin.:Tonino Gandolfi e Furio Gerbino, Paolo (?), Ennio Poleggi che parla con Mammo  Sampietro, Piero Costa.
Al di qua del tavolo da sin: Rino Porcelli,  Poleschi, Antonio Castellaro e don Michi A.E.
  La stessa sera:da sin.don Michi, Ennio, Mammo, Tonino, Poleschi, Rino che suona l'armonica, Paolo (?), e, in piedi, Antonio Castellaro
 Alla fine del 1954 il Clan Ge 1° si scioglie e i rover (non tutti) entrarono in quello del Ge 30°. Nel 1954, al censimento, il Ge 1° comprende il ”Franco Nanni” con 5 capi (Mammo capo riparto) e 30 Scout, il Branco con 4 capi (tra cui Tonino Gandolfi) e 7 Lupetti, e il Clan con 4 capi e 13 Rover.
Ricorda Gian Paolo Guelfi che tra quegli Scout c'era Gian Carlo Spotorno, e un Gian Franco Vranicich, suonatore di fisarmonica, che per ottenere il brevetto di musicista, insegnò al Riparto la canzone francese ”Pourquoi ces triste mines...”.

Alla fine del 1955 nasce il Gruppo GE 30°. Il Riparto “Franco Nanni”, con 5 capi (tra cui Mammo, Tonino Gandolfi,  Adriano Mauri) e 25 Scout, è censito come Ge 30°.
Il Ge 1°, a questo punto, è scomparso.

Ma nel 1959 rinasce: i Gruppi Ge 46° e Ge 7°, che avevano sede rispettivamente in via Ruffini (presso l'Istituto dei Figli di Maria) e in viale Villa Glori (Parrocchia del Sacro Cuore e San Giacomo di Carignano), si fondono a formare il “nuovo”Ge 1°, l'ultimo; quello di cui la nostra storia parlerà un po' di più.
Consta di due unità: un Branco, ”Roccia Azzurra” (nome che portava già nel 46°) e un Riparto, ”Azimut”. Le direzioni provengono dai due vecchi Gruppi: Giorgio Varallo e padre G.B.Timossi del 46°; Marcello Dentello, don Domenico Pertusati, Giacomino Grasso, Adriano Capelli, Franco Giribaldi del 7°.
Coordina l'avvio del nuovo Gruppo Pier Luigi Roggla che entra in direzione di Riparto. Tonino Gandolfi, in direzione di Branco, è l'unico proveniente dal vecchio Ge 1°, ed è quindi l'esile (?) anello di congiunzione di questo accidentato percorso.

Qualche altro elemento di fusione-confusione: Gian Paolo Guelfi e Giancarlo Spotorno, Scout del “Franco Nanni” nel '57, quindi Ge 30°, lo erano anche un po' prima, quand'era Ge 1°. E gli affreschi alle pareti della tana del Branco ”Bagheera”,che nella memoria di chi li ha visti erano una splendida, rutilante raffigurazione della giungla di Kipling, furono dipinti da Mauro Guerrieri, un purissimo Ge 30°

I colori del nuovo Gruppo sono bianco e nero, il bianco al posto del verde del 30°, la coppia di colori è quella dei Domenicani. Troppo evidente il segno della zampa di padre Marco, ad un tempo uomo del Ge 30° e dell'”Ordo Fratrum Predicatorum”.

Comunque ormai ci siamo: il nostro Ge 1° è nato, e durerà finché durerà l'ASCI, e oltre ...

Come s'è visto, è figlio di parecchi padri; ma nel ricordo di chi vi ha vissuto è una costola o, come si dice oggi, uno “spin off” del Ge 30°. ”Costola” ci piace di più: è una metafora antica come il mondo, perché Eva è nata da una costola di Adamo; è parte di lui, ma è per sé persona, vive, e (a modo suo) pensa ed agisce.

Nel 1960 il Gruppo si espande: viene aperto un nuovo Riparto presso Santa Maria di Castello (altra zampata di padre Marco...). Si chiama”Vogelenzang” (nome di un villaggio del nord dell'Olanda, sede di un Jamboree di quegli anni; significa”canto d'uccello”). I primi capi sono Marco Monteverde, Giacomino Grasso, Massimo Tondi. Uomini del Ge 30°. L'AE è il parroco di Castello, padre Giovanni Gallione o.p.
Primi Scout, 6: Giuliano Basso, Annibale Bertone, Carmelo Bertone, Carlo Quaglia, Enzo Bramante, Rocco Olivieri. Poco dopo se ne aggiunse un settimo, Emilio Lan Cian Pan:un raggio di Sol Levante (più tardi si dirà “Far East”) a Castello. Ed è tuttora a noi legato.
Marco passerà presto ad altri incarichi, Massimo sarà capo riparto per 3 anni, Giacomino dopo poco si ordinerà, trasformandosi da capo e fondatore in frate e predicatore. E i suoi Scout di allora lo considerano ancor oggi un lutto personale. In realtà, non il “Vogelenzang", ma la Associazione tutta, e ancor oggi l'AGESCI, hanno avuto la fortuna della sua continua, preziosa collaborazione.

Nel 1963 nasce nella stessa sede un Branco,chiamato ”Ankus”. Giorgio Varallo ci ricorda che questo è il nome dato in India al pungolo per elefanti; Mowgli ne prese uno dal tesoro della città invasa dalla giungla che viene indicata come”Le tane fredde”.
I fondatori sono Giorgio Varallo (Akela di lungo corso, rientrato per quest'ultima impresa), Tito Olcese, Gottardo Lavarello. Giorgio e Tito finirono quell'anno la loro carriera, Gottardo proseguì e fu anche Akela per 2 anni al”Roccia Azzurra”, per poi tornare al Ge 30°.

Nel '64 Rino Di Pietro, già aiuto al “Vogelenzang”, partì in missione esplorativa verso “il Grande Nord” della città in cui viveva, e che era del tutto privo di Scoutismo; trovò accoglienza e collaborazione presso padre Agostino Zerbinati, parroco di Oregina, e raccolse attorno a sé alcuni ragazzi del quartiere.
I primi: Carlo Fuselli, Ugo Mangani, Giorgio Corfield. Poi, presto, Andrea De Cunsolo. Solo nel '66 ci fu abbastanza materiale umano e spirito di corpo per varare ufficialmente il Riparto. Si chiamò ”Stella Polare” (l'unità più a nord di Genova). Direzione: Rino Di Pietro, Rodolfo Repetto, Gherardo Grondona, AE p. Agostino Zerbinati. Due squadriglie; capi Andrea De Cunsolo e Carlo Fuselli, che percorreranno fino in fondo la strada: nel '73, alla fine dell'ASCI, saranno entrambi capi riparto.

Un passo indietro: nel '62 è nato il Clan. Si chiama “Ge 1°”, e dal '63 “Pier Luigi Roggla”.
Per sede, resta ospite del Ge 30° ai Cappuccini, a fine '63 si trasferisce a Santo Stefano e nel '68 a Santa Maria di Castello, sua ultima dimora. Il Noviziato è comune al Ge 30° fino al '66, e solo nel '67 si mette in proprio, ma recluta come maestro Adriano Mauri, che così , per un anno, è ”del Ge 1°” anche lui...

1968: il Ge 1° invaso da un (a direzione di) branco di donne.
Questa è una novità non da poco, e vuole un capitolo suo. Non che non ci fossero già state ragazze in direzioni ASCI: ricorda Franz che Pietro Lazagna, Akela in San Nicola, aveva con sé una cheftaine francese; Toscana e Lombardia stavano varando direzioni femminili; ma in Liguria,la prima esperienza in quel senso fu la nostra.
Noi del Clan ci mettemmo in caccia, reclutando fidanzate, compagne di scuola, ”vecchie” Scolte desiderose di nuove avventure, e nel '68 fu aperto in Oregina il Branco ”Vasti Orizzonti”. Akela era Piera Precetti, con lei Maura Chierici, Gabriella Veruggio, Maria Pia Conte. E, naturalmente, AE padre Marco.
Altre subentrarono o si aggiunsero negli anni seguenti; almeno una, Maura, proseguì la strada anche oltre l'ASCI, come quadro provinciale e regionale.

Il '68 fu l'ultimo anno di attività delle due Unità di Carignano. Nel '69 non riaprirono e la direzione del Riparto dedicò quell'anno alla costruzione di una nuova Unità in via Vesuvio, su richiesta di don Antonio Acciai, che aveva molti ragazzi e nessuna organizzazione per loro. Il Riparto “Atlantide” aprì nel '70 e subito con 21 Scout. Primo caporiparto fu Riccardo Campostano, il primo capo unità nato e cresciuto nel Ge 1°.

Il '69 fu l'ultimo per le due unità di Santa Maria di Castello; quell'anno, una gran parte dei Rover finì il suo percorso nello Scoutismo, alcuni per pure ragioni anagrafiche, altri perché orientati ad altro impegno, di cui diremo in seguito. Di fatto, il Clan passò da 27 a 14 membri. E l'anno seguente, il '71, toccò il suo minimo storico con 5 Rover.

Ma il Gruppo nel complesso era  ben vivo: nel '70 in via Vesuvio aprì un nuovo Branco, il “Mowgli”.
Akela Claudio Barbieri, anche lui nativo del Ge 1°; come pure Elpidio Caroni, capo riparto dello “Stella Polare”.
Dal '70 in poi, non c'erano più capi provenienti dal Ge 30°: dopo 11 anni, il Gruppo era svezzato.
E dice Carlo Fuselli, con bella e semplice sincerità, che pur grati agli oriundi fondatori, tutte le Unità del Gruppo, in mano ai nativi, funzionavano ancora meglio!

Anche il Branco “Mowgli” dal '71 vide presenze femminili in direzione: una nel '71 (Anna Trasino), ma poi 3 su 4 capi. Come se per il Ge 1° fosse proprio venuto il tempo di diventare AGESCI.

E' un fatto però, che gli anni '70 del Ge 1° non sono stati tranquilli nella branca Rover. La miglior sintesi dei problemi, e del “genius” Scout che comunque li ha affrontati e gestiti, è nei ricordi di Elpidio, ben attivo in quel periodo. Elpidio è stato Rover e capo quasi ovunque...ma sentiamo lui:
 
“...visto che l'”Azimut”era chiuso e gli altri Riparti avevano sufficienti capi, mi era stato proposto dal Gruppo di andare a fare esperienza nel Riparto del 16° della Maddalena, dove feci l'aiuto capo nel '68-'69. Così per un anno indossai il fazzolettone blu bordo rosso (campo a Rionalto - MO). Il CR era Adriano Bozzo (poi associato di costruzioni metalliche a GE), aiuto Michele Marchesi.
Però ci trovammo a settembre '69 con la necessità di “coprire” il Riparto di Oregina. Se non ricordo male, capogruppo era Emanuele Repetto. Il Branco di Oregina era garantito dalla presenza delle cheftaines. Nella Branca Esploratori eravamo rimasti io,  Andrea De Cunsolo, Carlo Fuselli e...? (forse Franco Benghi...o aveva già smesso?)
Andrea, Carlo e Franco hanno un anno meno di me. Ci siamo buttati.
Allo stesso tempo si era deciso di chiudere il Clan: non c'era più nessuno. Ci trasformammo in Comunità Capi, con la partecipazione delle capo AGI del Riparto di Oregina (Giovanna Sborgi). E dietro sollecitazione di don Acciai decidemmo di aprire in via Vesuvio. Ricordo la prima uscita ”pubblicitaria” per i ragazzi della parrocchia: arrivarono in un centinaio. Andammo a fare una passeggiata su per il Righi.
Aprimmo il Riparto e il Branco.
Il Gruppo era sempre rimasto lo stesso, in piena continuità, col fazzolettone bianco e nero.
Capo Gruppo e animatore della CoCa era diventato Matteo Costaguta.
Negli anni successivi si era deciso di riaprire il Noviziato del Clan. Fra l'altro ricordo un campo di Comunità Capi che abbiamo fatto a Pont Valsavarenche scendendo a piedi dal colle del Nivolet.
Siccome ragazzi dalle Unità non ce n'erano, abbiamo provato ad  “aprire” ad esterni. Così nel '72 avevo un noviziato “sperimentale” (AE p. Paolo Guerrieri) che doveva, nella nostra intenzione, preparare il terreno a un  successivo Clan.
Lo “Stella Polare” fu affidato a un capo che veniva da fuori zona (mi par di ricordare da zona ponente). Nel '73 il Noviziato lo tenne Carlo Fuselli ed io, nella direzione di Clan, fui affiancato da Giovanna Pongiglione.
Dal '72, se non ricordo male, ero diventato incaricato di zona di Branca Rover e nel '74 incaricato regionale.
La più “storia” da parte mia è certamente l'aver partecipato in qualità di uno dei delegati della Liguria all'ultimo Consiglio Generale ASCI a Roma nel '73, riunito congiuntamente a quello dell'AGI, per decidere la fusione delle due associazioni nell'AGESCI. Ebbene sì. C'ero anch'io. Per anni ho conservato un pallone che avevo comprato per passare le brevi pause dei lavori nel cortile della struttura che ci ospitava. Con quel pallone aveva giocato anche Giancarlo Lombardi”.

La nostra storia finisce qui: il Ge 1° entra a vele spiegate in AGESCI, ben preparato da tanti ragazzi, dai capi che si è formati, da tante ragazze nelle direzioni, e con un uomo suo tra i fondatori della nuova Associazione.
Speriamo di non aver annoiato chi ci ha letto. Anzi siamo più ambiziosi: speriamo che i nostri fratelli del 30°di cui siamo una costola, possano dire di noi quel che Adamo (secondo Mark Twain) scrisse di Eva: ”dove era lei, lì era il Paradiso”.
 
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