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Ricordo di Sebastiano Geraci PDF Stampa E-mail
Enzo (con il contributo di altri) ci ha mandato questo ricordo

L'amico Seba è mancato troppo presto, portato via da un tumore maligno alla prostata. Ha lasciato la moglie Riccarda e tre figli maschi: Paolo, Daniele e Fabrizio.
Erano già alcuni anni che la mia frequentazione con lui si era ridotta, ma mai del tutto interrotta.
La sua dipartita mi ha molto rattristato e lasciato un profondo vuoto, ricordando un lungo periodo di sincera amicizia.
Ma iniziamo con ordine.
Seba era nato a Fiume, ma la sua patria avita era Pachino e Marzamemi nell'estremo sud della Sicilia, che amava e frequentava nelle vacanze e che non si stancava di descrivere con la nostalgia dell'emigrante.

Con questo suo atteggiamento si attirava i lazzi, pur sempre bonari, di tutti noi che non mancavamo mai di rivolgergli e che lui tuttavia accettava di buon grado.

Parlando della sua Sicilia, amava cantare un inno che diceva:
"Sicilia, Sicilia, canta 'na pasturedda
Sicilia, Sicilia, joca 'na funtanedda
L'aria lo sole inchino l'aria de poesia
Sicilia, Sicilia tu si la terra mia!"
(e noi tutti, in coro: "tu si la terra sua")

Oltremodo generoso, di incontro estremamente accogliente, era accettato e stimato da tutti.
Ho conosciuto Seba ad una festa di gruppo, mi pare nel 1957, io esploratore senior all'Abuna Messias, lui novizio esploratore al Franco Nanni: tredicenne, ma già un ragazzone robusto.

L'ho quindi rivisto al Liceo Cassini, quando era in prima classe, ma poi si è trasferito al Liceo Fermi e pertanto non ho più avuto modo di frequentarlo, fino all'estate del 1960 al campo del Lago delle Lame , dove fungeva da intendente del rep. Nick Holas Ranch. Qui si è subito affiatato con la direzione e ha svolto l'incarico con solerzia e anche competenza. Ricordo, a quel campo, che Padre Lucio aveva portato una Lambretta, perché potesse servire come mezzo di trasporto per i rifornimenti. Seba se n'era quasi appropriato.
L'autunno successivo, Seba entra nella Direzione del Reparto Nick Holas Ranch (C.R. Beppe Marescotti). Subito è ben accolto dagli esploratori con il suo modo di fare semplice ma accattivante. Parlando con l'Assistente don Mazzini, rivela di non aver ricevuto la Cresima in quanto il suo certificato di Battesimo non era reperibile (in quegli anni di guerra fredda c'erano difficoltà di rapporti con la Jugoslavia).

 Don Mazzini, dopo parecchie vicissitudini, riesce a reperire il prezioso documento e, padrino Gian Paolo, lo accompagniamo in Cattedrale dove gli sarà impartito il sacramento.
Nell'estate del 1961 lo ricordo al Campo di Souchères Basses (nella foto). Seba si era offerto ad andare un giorno prima per organizzare in loco l'arrivo del reparto; durante il raid , si ferma al campo per custodirlo. Cucina per se una pantagruelica "pastasciutta con patatine fritte" che non cede alle squadriglie affamate di ritorno dal raid.
Negli anni a seguire ( parlo del 1962/64) è sempre attivo e solerte aiuto nella direzione del Nick Holas Ranch.
Lo ricordo in varie occasioni, sia in attività di Reparto sia di Clan. Famoso il salvataggio di uno scout (Vittorio Calcagno, in seguito diventato brillante psichiatra e psicanalista, che ancora ricorda l’episodio) in procinto di annegare nelle acque dell'Aveto al Campo di Cerignale (vedi nella sez. Eventi). E altrettanto famosa  la sua corsa a recuperare una cassetta di Pronto Soccorso (rivelatasi poi piena di carburo ….) per portare soccorso al sottoscritto nell'incidente occorsomi al S.Giorgio del ‘62.

Nel 1963 Seba acquista una Fiat seicento (di 5 o 6 mano!) la famosa Celestina (quella che aveva sempre l'indicatore del livello della benzina a fondo scala, l'unica che si conosca a cui si fulminò la spia della riserva per il troppo utilizzo) e la mette di buon grado a servizio della direzione del Reparto per la ricerca di un posto per il Campo. Siamo nei primi anni della motorizzazione di massa e Seba, neofita della guida, si lancia in un'impresa eccezionale. Un sabato del mese di maggio nonostante il tempo avverso partiamo per il Trentino. Carichiamo sulla Celestina sacchi pelo e tendina per il pernottamento. Ma arrivati nella pianura Padana il maltempo, consistente in una pioggia battente e intermittente con allagamenti estesi al limite dell'alluvione, ci accompagna fino a sera inoltrata. Seba dimostra con orgoglio la sua abilità di guida, ma temiamo che un momento l'altro Celestina si fermi. Gli estesi allagamenti non ci permettono di trovare un luogo ove piantare la tenda. 

Giunti a notte fonda nei pressi di Salò, ci risolviamo di dormire (si fa per dire) in macchina. La mattina seguente più assonnati che mai ripartiamo e giungiamo alla meta che ci avevano indicato (dintorni del lago di Ledro) senza tuttavia trovare quanto ci interessava.

E siamo al campo di val Brembana.  Seba è impegnato coll'esame di maturità per cui ci raggiunge a metà periodo accompagnato dal suo più caro amico Lino Silvestrin. A Seba spetta il non piacevole incarico di accompagnare alla stazione di Bergamo due scout espulsi dal campo.


Insieme a Gian Paolo, nel settembre di quell'anno, andiamo a far visita all'amico Sebastiano a casa sua. Scorgiamo sulla sua scrivania i moduli già compilati per l'iscrizione all'Accademia Militare di Livorno. Più volte infatti Seba aveva espresso il desiderio di fare "u navigante", e noi, non so con quale autorità, avevamo più volte cercato di dissuaderlo. A questo punto io e Gian Paolo, presi i moduli che erano sulla scrivania, andiamo sul poggiolo, e nonostante le sue deboli rimostranze, li bruciamo.
Non so se sia stata questo fatto che lo abbia convinto a intraprendere un'altra carriera, questa volta al CNR, che per lui è stata ricca di soddisfazioni.

Nel 1963 lascio la direzione del N.H per entrare in quella di Clan. E allora ricordo Seba al Campo di Pasqua di Camaldoli (1964), dove cerca di arruffianarsi Bull, per ottenere le spalline rosse (era la sua più grande aspirazione e quindi fonte di lazzi e sberleffi da parte nostra). Nello stesso anno ci raggiunge, proveniente da Pachino, al Campo nazionale Rover In Abruzzo.
Ancora al Campo di Pasqua del 1965 a Chiaravalle della Colomba.
Ricordo anche un fatto triste. Insieme io e Seba stavamo installando un gabinetto di fortuna per un barbone (ce lo aveva indicato Nico Torretta) in una baracca a Ceranesi, quando Seba si allontana per telefonare a casa a chiedere notizie del padre il quale era appena mancato.
Di ritorno dal mio servizio militare (1967) ritrovo Seba Capo Clan della Tortilla. Mi invita a partecipare al Campo di Pasqua del Basso Monferrato.

Tutto questo che ho ricordato con piacere è quanto concerne la vita scout, ma con Seba ho continuato a mantenere costanti e amichevoli rapporti, e anche le nostre relative mogli si sono lungo frequentate e continuano ad avere un costante rapporto.
Abbiamo avuto entrambi 3 figli tutti esattamente della stessa età e per molti anni abbiamo trascorso insieme parte del tempo libero.
Purtroppo la sua famiglia è stata funestata da molti lutti, in primis la morte precoce della sorella Emilia seguita da quella del di lei marito Sergio Innocenti.
Anche la mamma, la Signora Maria, si è spenta dopo una lunga malattia, ma soprattutto distrutta dalla perdita della figlia.
Fortunata è stata invece la sua carriera professionale. Studioso di Biologia Marina, presso il CNR, ha presentato numerosi studi specialistici a livello mondiale. Diventato responsabile del CNR di Taranto, è poi rientrato a Genova ricoprendo lo stesso incarico, benvoluto da tutti i suoi numerosi allievi.

Quando già la malattia era in stato avanzato, si rilassava coltivando un podere della moglie presso Carrara.
Una frattura del femore lo porta in ospedale; e dopo questo fatto varie complicazioni lo portano rapidamente al decesso avvenuto il 23 Giugno del 2003.

Ricordo che insieme a Gian Paolo avevamo programmato una visita proprio per il giorno di S. Giovanni.  Seba la vigilia mi telefona rinviando l'incontro, che purtroppo non avverrà più.
Ciao Seba, ti abbiamo sempre nel cuore.

 
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