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Ricordo di Guido Guyot - Bourg PDF Stampa E-mail
Enzo Campodonico ha scritto il suo.....

Ricordo di Guido Guyot Bourg

             Ho conosciuto Guido all’inizio del 1956, quando, trasferitosi da poco a Genova, per impegni di lavoro, (era stato assunto all’Osservatorio della Marina) Gianni Barabino, C. R. all’Abuna Messias,  lo presentò come nuovo ACR. al Riparto, da poco traslocato  da Castelletto, nella nuova sede del Convitto Nazionale.
            Direi che la prima impressione, nonostante l’impegno e le innegabili capacità di Gianni, non fu certamente delle più favorevoli, perché noi esploratori più anziani, allora purtroppo molto critici, lo valutavamo una persona d’altri tempi, scout all’antica, figura ormai superata.
            Tuttavia questa prima impressione, è via via scemata, valutando al di là di certe apparenze, la sua competenza, la sua coerenza e il suo costante impegno nel servizio. Aveva certo varcato la quarantina, ma si comportava come un giovane, in tutte le attività all’aria aperta, insegnandoci le tecniche scout più disparate, dalla pionieristica, all’orientamento,alla segnalazione, all’espressione ecc. Ma soprattutto era esigente nella pulizia, nell’ordine, nello stile, nel linguaggio. Credeva al 100% in tutto ciò che faceva, perfino nella presentazione e nell’esecuzione dei grandi giochi recitava la sua parte in modo perfetto.
            Ho alcuni ricordi di lui, al S. Giorgio di Carasco, sotto un vero diluvio, ma soprattutto al campo estivo 1957 di Bardineto, dove fungeva da  capo campo.
            Quando passai in Clan (nov. 57) , persi un po’ di vista Guido, il quale si dedicò negli anni seguenti costantemente nel servizio dei “Foulard Bianchi”  a Lourdes. Conoscendo le sue doti, penso e ne sono certo che anche questo impegno l’abbia condotto da par suo.
            Dopo la morte di Pier Luigi, frequentò con molti altri scout la Sig.ra Roggla, e si legò in amicizia con Mario Lombardini, che aiutò efficacemente a conseguire la laurea in Economia. Mario ne è sempre stato riconoscente.
            Ma per avere un quadro un po’ più completo della personalità di Guido, occorre ripercorrere almeno a grandi linee alla sua vita.
            Figlio di madre italiana (della quale aveva una venerazione fuori dal comune) e di padre francese, era nato a Pragelato, nell’alta val Chisone. Di questa raccontava spesso con nostalgia le bellezze e gli usi locali.
            Ben presto si trasferì in Francia, dove compì i suoi studi, senza tuttavia conseguire la laurea, della quale per competenza era certo meritevole. Restò sempre italiano, tanto che alla dichiarazione di guerra, tornò in Italia per arruolarsi. Non conosco che pochi episodi del suo trascorso, dato che era molto schivo e non amava mettersi in mostra. So tuttavia che entrò in Marina e  fece molte azioni pericolose, tra cui scorta ai convogli per la Libia.
            L’8 settembre, al rovesciamento delle alleanze, giudicò tradimento quello dell’Italia verso gli ex alleati, e pertanto coerente con le sue convinzioni  si arruolò alla X MAS. Fece molte incursioni, riportò una grave ferita, rischiò più volte la vita e conseguì anche alcune medaglie al valore. In una di queste incursioni, fu sul punto di catturare Tito, che tuttavia non riuscì per sfortunate coincidenze. Raccontava, che una volta in non so quale circostanza e località, si era arresa al suo manipolo una guarnigione di russi. Il comandante fece per consegnare oltre la pistola, pure portafoglio e orologio. Al che Guido prendendo in consegna l’arma aveva respinto sdegnosamente l’altra offerta, dicendo di essere un ufficiale.
            Purtroppo la sua scelta gli costò non poco alla fine della guerra in quanto si era schierato dalla parte sbagliata ! La sua coerenza e la sua onestà gli impedì di salire sul carro dei vincitori, il rifiuto alla rinuncia delle onorificenze, non gli permise il reintegro nella carriera militare. Per queste sue convinzioni ebbe tutte le porte chiuse per qualsiasi impiego. Dovette quindi imbarcarsi come ufficiale su una qualche carretta del mare sotto bandiera ombra.
            La vita dura che aveva fatto in guerra e  negli anni di navigazione, avevano minato la sua salute. Tuttavia passati i primi anni del dopoguerra, finalmente ebbe la possibilità di partecipare ad un concorso pubblico, che vinse e venne assunto all’Osservatorio della Marina.  
            E’ da questo periodo (1955), che Guido si trasferì a Genova dove contattò l’Asci, e si inserì nel 30°.
            Tra la fine degli anni 60 e ’inizio degli anni ’70, Franz Guiglia inaugurò una bella iniziativa. Un gruppo di amici  con mogli e fidanzate si rivedeva periodicamente  nella Chiesa del Padre Santo, per partecipare alla Messa celebrata per noi da Padre Candido. Al termine ci si riuniva in casa di qualcuno per la cena. Poi  la messa fu celebrata nella casa dove si cenava. Guido era il più assiduo. Ricordo che portava sempre il Panettone Gallup e una bottiglia di Carpenè. La sua conversazione era sempre varia e estremamente interessante, tanto che mia moglie ne restò affascinata e di comune accordo lo abbiamo scelto padrino della nostra prima figlia Maria.
            Purtroppo Guido soffriva di insufficienza renale, e nonostante si fosse sempre curato meticolosamente, il male avanzava rapidamente. Dopo un lungo ricovero all’ospedale di Pinerolo, venne dimesso e soggetto ad una dieta ferrea (cibi, senza sale, proteine quasi assenti) a cui si  dovette adattare.
            Ma presto ancora il male avanzò e Guido venne ricoverato all’ospedale di Sampierdarena sottoposto alla dialisi. Nel 1973 c’erano pochi reni artificiali, e ricordo che Guido aveva lo scrupolo di togliere il posto a qualche padre di famiglia, che a suo parere avrebbe avuto la precedenza. So che Guido a quei tempi aveva un rapporto frequente e duraturo con Padre Marco.
            Nonostante il disagio di tre lunghe sedute settimanali all’Ospedale, la qualità di vita di Guido migliorò e poté ancora riprendere nei giorni liberi alla dialisi il consueto lavoro all’Osservatorio, nonché alcune trasferte all’Arsenale di La Spezia, perché profondo conoscitore della lingua francese.
            Improvvisamente il 17 marzo del 1974 fu trovato morto nella sua abitazione di via Scorza, dalla portinaia del suo condominio, che era solita svolgere i lavori di domestica.
            La sua morte improvvisa colpì e coinvolse tutto il 30°, che si prodigò  per dare a Guido un ultimo e meritato saluto. La sua salma venne portata al cimitero di Pinerolo. Purtroppo non fu possibile accompagnarlo, perché eravamo nel periodo delle domeniche senza auto.
            Ciao Guido, sei rimasto e rimarrai sempre nel nostro cuore.

 

Quando Guido morì non aveva più nessun parente stretto. C'era però chi aveva servito e camminato con lui che gli era fratenamente amico....

 


 

Sul sito è riportata una Preghiera (clicK) scritta da Guido e la sua foto

 
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