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Ricordo di Gino Ghiglione PDF Stampa E-mail

Gino è tornato alla Casa del Padre. Ieri  2 dicembre 2013 si sono celebrate le esequie alle Grazie di Castelletto.
Era uno  dei vecchi del 30°. Figurava gia nel primo censimento che abbiamo (1946) quando i rover si chiamavano ancora "Pionieri". Pier Giorgio Spotorno lo ricorda così

I  miei ricordi di Gino son tutti legati alla pallavolo.
Negli anni ’50 era stata messa in piedi una squadra di pallavolo, CSI Volley Genova, con la partecipazione di scout provenienti, in particolare, da quello che poi sarebbe diventato il Ge XXX.
L’origine scout era rappresentata da un Giglio rosso in bella evidenza sul davanti della maglia azzurra (in effetti più di una maglia era una semplice canottiera ….).

Non so il ruolo che ebbe Gino nella creazione della squadra (non so nemmeno se abbia mai giocato a pallavolo, ma visto il suo carattere particolarmente flemmatico, ho qualche dubbio), però alla fine degli anni ’50, quando io e mio fratello Gian Carlo ne entrammo a fare parte lui era: il Presidente, l’Amministratore Unico, il Dirigente Accompagnatore, il tesoriere (ma di quali soldi ?), il magazziniere e perfino … l’allenatore !!! Senza di lui la squadra non sarebbe esistita.
Insieme ai fratelli Tondi (Massimo e Paolo), a una coppia dei fratelli Marrè e qualcun altro (di cui non ricordo i nomi) abbiamo vissuto per un paio d’anni una splendida avventura.

Ci allenavamo con Gino nella palestra di San Nicola, quella sopra la chiesa: le dimensioni non erano regolamentari (era più corta di almeno un metro per parte), per cui ci eravamo abituati a schiacciare su spazi più ristretti. Questo era indubbiamente un vantaggio quando si giocavano le partite su campi regolamentari, in compenso avevamo dei problemi in ricezione: lasciavamo andare palle che per noi erano fuori e invece … no !!!
Eravamo inseriti nel Campionato di serie C, per cui c’erano anche le trasferte: Albissola e Chiavari in particolare.
L’accordo con Gino era che ognuno si pagava il viaggio (a volte riuscivamo a rimediare un’auto in cui stiparci se non tutti, almeno la maggior parte della squadra, altre volte andavamo, in maniera più proletaria, con il treno) mentre, nel caso di pasto fuori casa, Gino avrebbe pagato il primo e noi ci saremmo arrangiati per tutto il resto (per la maggior parte di noi si trattava di panini portati da casa).

Il fatto che noi giocatori fossimo in maggioranza Scout e che le partite di campionato si  svolgessero di domenica mattina (quando c’erano gite o attività varie) a volte creava dei problemi di formazione.
Mi ricordo che una volta Gino, a fronte delle mie obiezioni sulle difficoltà di conciliare partita, uscita in divisa ecc. mi disse tranquillamente: perché non vieni alla partita già in divisa, così poi sei pronto ad andare direttamente alle tue attività. E così ho fatto: ero l’unico giocatore che arrivava negli spogliatoi in .. braghe brevi!!! 

Mi ricordo che il Bull, che aveva incontrato Gino e gli aveva chiesto di mio fratello Gian Carlo, mi raccontava che Gino gli aveva risposto, con la sua parlata flemmatica (ndr: che tutti abbiamo ancora nelle orecchie!):
E'  b-r-a-v-o,  m-a   n-o-n   s’ a-l-l-e-n-a ….
E questo sarebbe diventato il suo “leitmotiv”.

All’inizio del campionato Gino ci diceva che il massimo che la società ci poteva dare era una maglietta (quella con il Giglio): tutto il resto, a partire dai calzoncini che dovevano essere bianchi, erano problemi nostri. E ovviamente di tuta manco a parlarne !!!!!

Nel nostro campionato c’era, tra le altre, anche  la squadra che originariamente era della Salle (Fratelli Cristiani) ma poi era passata all’Italia di Navigazione: avevano lo “Sponsor ante litteram”.
Arrivavano alla partita con le loro belle tute azzurre, con scudetto dell’Italia di Navigazione sulla tuta e sulla maglia e, udite udite, anche i borsoni in tono con l’abbigliamento. Avevano persino la borsa con il borraccione per dissetarsi durante la partita !!!!! 

Nell’ultimo anno della nostra avventura con Gino, l’ultima partita di campionato che si giocava nella palestra di Via Trento, vedeva opposte  l’Italia di Navigazione, che con la vittoria sarebbe stata promossa in serie B, e la nostra squadra  dello CSI Volley che, dopo un onorevole campionato, non aveva né possibilità di promozione né rischi di retrocessione.
La partita sulla carta non avrebbe dovuto avere storia e invece …. abbiamo vinto 3 a 2 con tutte le palle giocate fino all’ultimo spasimo.
Non si può immaginare la nostra gioia e, soprattutto, quella di Gino: Davide in striminzita canottiera (ma con il Giglio ...) aveva battuto Golia con tuta e …  accessori e, soprattutto, avevamo impedito ai “signorini” di fare il salto verso la Serie B !!!!

L’anno dopo la CSI Volley si sciolse e noi passammo baracche e burattini (e senza più Gino) all’USVE (ndr: per i non genovesi o per gli smemorati Unione Sportiva Veloci Embriaci), la gloriosa società polisportiva che aveva la palestra negli scantinati della Torre degli Embriaci, in quel di Santa Maria di Castello. Ma questa è un’altra storia.

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Alfredo Vitali aggiunge il suo contributo

Nella squadra c'erano anche Claudio Danovaro e il sottoscritto.
I fratelli Marré in squadra erano quattro: Giovanni, Lorenzo, Federico e Franco.
A parte questo sottoscrivo tutto.
Scrivendo mi viene in mente un pensiero di Gino: "la squadra di pallavolo per me è un servizio importante, perché raccoglie anche ragazzi che non sono entrati negli scout e che forse sarebbero in strada a non far nulla..."

 Ecco una foto di Gino a18 anni tratta da La frutta del Clan

 

 
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