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Il Roverismo in Liguria nella seconda metà degli anni '60 PDF Stampa E-mail

Riportiamo da Scoutismo in Liguria – Note ed Esperienze - N° 4 – Dicembre 1968 una parte della Relazione “L’A.S.C.I LIGURE NEGLI ULTIMI TRE ANNI – DIAGNOSI DELLA SITUAZIONE E NUOVI ORIENTAMENTI PER UNA RISPOSTA ADEGUATA ALLE ESIGENZE DEI TEMPI” tenuta  al Consiglio Regionale Straordinario del 22 giugno 1968, da Gianni Barabino, per tanti anni Capo nel 30°, nella sua qualità di Commissario Regionale.

Ci siamo limitati alla parte che tratta la Branca Rover per mettere in evidenza in quali ambiti si muoveva il nostro roverismo nella seconda metà degli anni ’60. È  superfluo ricordare che erano anni di profondi rivolgimenti nel mondo giovanile  e non solo  e il documento illustra bene i fermenti e le idee, anche di cambiamento, che circolavano in quegli anni e che noi abbiamo vissuto dall’interno … il Concilio e non solo il ’68 “bollivano già in pentola”.

Rileggerla ora può essere interessante, per chi quei momenti li ha vissuti, per coglierne il carattere profetico e valutare gli sviluppi successivi alla luce delle analisi e  delle proposte fatte allora. Per chi è venuto dopo può essere stimolante la ricerca del principio di certi mutamenti nati in quegli anni e constatare l’attualità di certi fenomeni allora appena annunciati e vivi ancor oggi. Infatti il documento  ha mantenuto il suo valore nel tempo (potrebbe essere presentato anche oggi, a 50 anni di distanza, in versione quasi integrale !!!)

ORIENTAMENTI E PROGRAMMI DI BRANCA

Nel passare ora agli orientamenti ed ai programmi di Branca, desideriamo premettere la nostra convinzione che essi per giungere a risultati concreti debbono tener conto delle enormi differenze che caratterizzano sociologicamente lo scoutismo ligure.
Tener conto di questo significa prendere contatti diretti, servirsi del lavoro dei Gruppi e dei Commissariati Provinciali, adeguare il linguaggio ed i mezzi all'ambiente, puntare al raggiungimento di obiettivi concreti che tengano conto del livello raggiunto, ecc. Tutte cose che, dobbiamo riconoscerlo, non sempre hanno caratterizzato la nostra azione nel passato.

Branca Lupetti:omissis.

La Branca Esploratori: omissis.

La Branca Rover merita infine un discorso più lungo sul quale richiamare la vostra attenzione e sul quale aprire poi una discussione che ci confermi oppure no sulla strada che intendiamo percorrere.
Iniziamo con l'osservare la gioventù così come essa ci appare in alcuni strati che hanno però un indubbio valore di tendenza.
Essa ci si presenta con atteggiamenti che tradiscono una esagerata fiducia nelle proprie capacità, sia come individui, sia come gruppo all'interno di una comunità. Il principio di autorità è messo in crisi. Le costruzioni degli adulti sono guardate con sfiducia. Miti veri o presunti vengono distrutti, le tradizioni abbandonate.
Una ricerca ancora nebulosa di un futuro migliore sembra stimolare le energie di molti: un richiamo a lavorare in tale direzione li trova disponibili. Accanto a tanti che restano affascinati da interpretazioni facili che offrono la chiave per tutto capire e per tutto risolvere, vi sono altri che non escludono in modo assoluto l'adulto dal loro mondo: occorre però che si riconosca anche lui alla ricerca, che non pretenda di imporre le sue soluzioni, che permetta loro di verificare tutto e di sviluppare un proprio piano d'azione.
Senza addentrarci in una analisi più profonda, possiamo poi riconoscere che le tendenze di sempre della gioventù vengono ai nostri tempi ingigantite dalla più facile circolazione delle idee, dalla più diffusa istruzione, dalla mag­giore libertà di sperimentazione, dal decadimento morale che sembra perva­dere buona parte del mondo adulto.
A questa gioventù così severa, così radicale, come si presenta la nostra Chiesa, come si presenta la nostra società?
Certamente, e tanto più ad occhi abituati a vedere sempre facile ciò che riguarda la trasformazione degli altri, il panorama si presenta piuttosto scon­fortante.

Il laicato cattolico attraverso le sue associazioni in tanti anni non è ancora riuscito a coordinarsi seriamente, a partecipare in modo unitario alle preoccu­pazioni pastorali della diocesi; a certa stampa facile che proclama con sufficienza una autonomia dei laici esasperata fa riscontro una diffusa mentalità che sem­bra più protesa a soffocare che a stimolare; a chi scrive, molte volte con spa­ventosa superficialità, di pace e giustizia facendo credere facili problemi diffi­cili si contrappone in troppi casi un atteggiamento diffidente, contrario per natura a qualsiasi cambiamento.

In una situazione così contrastata cosa può proporre il nostro roverismo ai giovani d'oggi?
Prima di tutto e nonostante tutto, una visione ottimistica e cioè cristiana della Chiesa e del Mondo, cioè un atteggiamento proteso a saper vedere la parte piccola o grande di bene che esiste in ogni uomo ed in ogni circostanza per puntare tutto su quella al fine di migliorarci e di migliorare.
In secondo luogo l'invito ad un impegno di perfezione personale che ab­bracci tutte le potenzialità dell'uomo per metterle al servizio della Chiesa e della Società. In questo impegno di rinnovamento personale, ecclesiale e so­ciale l'atteggiamento che dobbiamo richiedere deve essere leale e coraggioso, costruttivo e critico, obbediente, all'uomo ma prima di tutto al Padre.

Questo impegno di servizio e di rinnovamento per quanto riguarda la Chiesa e la Società non sarà più sufficiente esperimentarlo da soli nel campo sempre urgente e valido dell'Associazione ma, con gradualità e competenza, dovrà aprirsi a orizzonti nuovi dove giovani formati in modi diversi potranno incontrarsi per lavorare assieme. Sarà l'impegno richiesto da una pastorale d'ambiente, sarà il contributo ad un rinnovamento liturgico, sarà la collabora­zione ad un insegnamento religioso più valido fuori e dentro la scuola, che potranno unire i giovani del roverismo ad altri che con loro vivono una stessa Fede, una stessa Speranza e che intendono distinguersi per la pratica di una stessa Carità. Sarà l'impegno a costruire una scuola rinnovata, sarà l'appro­fondimento di problemi cittadini e sociali che riguardano la gioventù ed alla cui soluzione la gioventù deve partecipare, sarà l'impegno politico per lo svi­luppo di valori che la gioventù deve sentire vitali per la crescita della nostra democrazia che faranno incontrare i giovani dell'A.S.C.I. con altri giovani uniti a loro nel servizio dell' Uomo.

Una proposta simile trova i nostri strumenti educativi nella loro sostanza pienamente validi e per la parte aderente alle esigenze giovanili e per la parte che chiama i giovani a lottare contro corrente.
L'ambiente comunitario, l'amicizia e la correzione fraterna, l'apertura ai problemi del nostro tempo, l'impegno all'autoeducazione, il servizio inteso co­me impegno concreto preso di fronte alla comunità, la vita all'aperto come ri­carica e come scuola di riflessione e di educazione allo sforzo, un valido pro­gramma di formazione religiosa ed ideologica: sono tutti strumenti idonei ad inserire un giovane nella vita con un suo stile caratteristico e con un suo ideale.

A questo punto occorre agire in due direzioni.
Da un lato bisogna modificare la nostra mentalità per rendere veramente aperti i nostri Clan ai giovani che desiderano aderire con impegno al nostro appello, dall'altro occorre proseguire con più coraggio lo sforzo per costruire assieme ad altri giovani, assieme alle altre Associazioni, strade che possano fa­cilitare la partecipazione delle nuove generazioni al rinnovamento della Chiesa e della Società.
Gli sforzi della Branca Rover saranno orientati in questa direzione. Nel contempo e come presupposto ad un qualsiasi sviluppo associativo e come ne­cessità del momento occorrerà lavorare:

a) alla formazione di una comunità Capi Clan che faciliti attraverso la cono­scenza e l'amicizia la circolazione delle idee;

b) all'individuazione di strumenti metodologici sempre più idonei nella fedeltà ai principi del metodo;

c) ad un approfondimento dei fondamenti ideali ed ideologici dello Scoutismo da proporre concretamente ai rovers;

d) ad individuare concreti tipi di servizio da offrire ai rovers quali possibili vie di attuazione del loro impegno dopo la partenza o dopo aver lasciato il servizio associativo;

e) ad aiutare i rovers, come già detto, a riscoprire il servizio associativo come servizio socialmente primario.

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