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Nove anni di "servizio" nell'entroterra ligure PDF Stampa E-mail

Luglio 1959 -  Inchiesta su Noci

(copia di un documento originale del Clan)

Dalla fine del 1950 Il Clan A.S.C.I. Genova 30° “della Tortilla" dedica parte della sua attività di servizio ad un settore particolarmente disagiato dell’Appennino Ligure.
Pensiamo sia doveroso dare relazione dell’attività svolta, presentando le località visitate e i problemi di ognuna di esse.
Ci spinge a uscire dal consueto riserbo l’osservazione che, sebbene tali problemi riguardino solamente un ristretto numero di persone, non per questo meritano di essere ancora ignorati e sottovalutati, potendo spesso essere facilmente risolti.

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INCHIESTA




A.    La natura.
La zona compresa tra le cime dei monti Candelozzo, Alpesisa e Bano, si presenta ovunque con ripidi versanti a picco sui torrenti a fondo valle, con vegetazione squallida anche nel periodo estivo e con prevalenza di terreni rocciosi.
Le montagne della zona, tra cui emergono appunto il Monte Alpesisa (989 m slm), il Monte Bano (1.035 m) e il Monte Candelozzo (1.036 m), degradano a sud verso il mare mentre ad est,ovest e nord si prolungano nella catena degli Appennini e i pochi corsi d’acqua defluiscono verso il Lago di Val Noci o nel torrente Laccio, tutti scendendo con notevole pendenza tra rocce e dirupi.
Le valli della zona presentano nette caratteristiche fluviali e in esse le rocce sedimentari a puddinga e a breccia.
Un sottile strato di terra ricopre queste rocce compatte, in modo che le infiltrazioni di acqua dovute alle piogge, penetrando tra terra  e roccia, rendono estremamente facile lo smottamento a valle di vaste zone di terreno.
I contadini si difendono da questa eventualità creando estesi sistemi di terrazzature le quali però, quando le precipitazioni atmosferiche assumono carattere di eccezionale intensità, non valgono a contenere i franamenti.
Nel novembre 1953, in occasione della ben nota alluvione, i danni furono, per questi motivi, ingenti e ancor oggi se ne vedono le profonde tracce sui declivi montani.
I corsi d’acqua della zona hanno spiccato regime torrentizio: la loro portata, assai scarsa nei mesi estivi, è invece notevole in quelli invernali e in occasione delle piogge, molto frequenti in dipendenza dalla posizione geografica di incontro di masse d’aria di origine marina con masse d’aria di origine nordica.
Tra gli alberi predomina il castagno; prevale però la vegetazione arbustiva e in particolare il nocciolo.
La fauna è rappresentata, tra l’altro, da qualche esemplare di volpe e di lepre.



B.    Le opere dell’uomo

CASE – Entro il triangolo come sopra determinato, si trovano diversi paesi. In ordine di grandezza: Noci, Campoveneroso, Feto, Caiasca, Veixe, Brugosecco e altri abitati minori le cui caratteristiche sono simili se non addirittura identiche.
Le abitazioni sono generalmente a due piani: al piano terreno si trova la stalla, la cucina e una camera, al piano superiore le altre stanze. Inoltre vi è generalmente un sottotetto in cui vengono conservate le provviste e in cui si diffonde il fumo prodotto dalle cucine che, all’occasione, possono essere trasformate in essiccatoio per le castagne.
Mentre le pareti esterne sono in muratura, le tramezze interne sono più facilmente di legno, così pure le scale interne e il pavimento delle stanze superiori.
I tetti sono ricoperti di tegole ma, spesso, imperfettamente, per cui abituali sono le infiltrazioni di acqua; in complesso l’aspetto esterno è poco curato e soltanto poche case sono regolarmente intonacate e tinteggiate.
I servizi igienici si trovano naturalmente all’aperto e nelle case non esiste impianto idrico; anzi, spesso, è necessario percorrere parecchia strada per raggiungere le sorgenti, nei paesi in cui non esistono cisterne e canalizzazioni per avviare l’acqua all’abitato.
L’illuminazione interna, scarsa anche durante il giorno per le ridotte dimensioni delle finestre, viene fornita da lampade a petrolio e ad acetilene, essendo ancora tutte le località sprovviste di energia elettrica.
I pasti vengono cucinati sulla stufa a legna o su fornelli a carbone in quanto ben poche case sono fornite di gas liquido.
Da notare che la vicinanza delle stalle alle abitazioni non favorisce certo l’igiene  e soprattutto in estate nugoli di mosche invadono le case posandosi ovunque.
Ogni casa è abitata generalmente da un solo nucleo famigliare.
Non esistono negozi e per tutti gli acquisti occorre recarsi a Montaggio o a Moranego, i maggiori centri della zona.
Solamente a Noci si trova un’osteria, abbastanza frequentata nei giorni festivi, ma molto modestamente attrezzata.

CHIESE – Unica chiesa della zona, o più esattamente l’unica cappella, è quella di Noci, dedicata alla Madonna Assunta.
Le pareti sono intonacate; tutto l’edificio è ricoperto di tegole, meno l’abside che ha una copertura in cemento armato; un piccolo pinnacolo sorregge una campana.
Sulla facciata si aprono la porta e due finestre laterali con inferriata e senza vetri; sopra la porta centrale una lunetta.
L’acqua penetra abbondantemente dal tetto, tanto che le pareti sono ricoperte all’interno da vaste chiazze di muffa.
L’arredo è semplicissimo: molti fiori finti dall’aspetto secolare, candelieri in quantità, qualche quadro appeso alle pareti e alcuni ex voto.
Un certo numero di sedie scalcinate e un piccolo armadio per la conservazione dei paramenti sacri completano l’arredamento.
In tutta la zona non esistono cimiteri.

EDIFICI PUBBLICI – I soli edifici pubblici sono le scuole di Noci, Feto e Veixe. Le loro caratteristiche sono simili per cui, descrivendo quella di Noci, si può fornire un’idea anche delle altre.
La scuola consta di un piccolo andito, adibito a deposito di legna, da cui, a mezzo di una scala di pietra, si accede all’unica aula con il pavimento in legno; l’arredamento è costituito da un tavolino usato come cattedra, da sette o otto banchi di legno grezzo parecchio malandati, da una lavagna a muro e da una vecchia carta geografica; l’insegnante provvede poi all’abbellimento con quadretti, scritte e alfabetieri.
Una scala di legno conduce, attraverso una botola, al piano superiore dove si trovano, a disposizione della maestra, una cucina e una camera.
Il riscaldamento è assicurato, tanto nell’aula quanto nell’abitazione da una stufa di ghisa.
Naturalmente le lezioni avvengono per tutte le classi elementari contemporaneamente; il numero degli allievi varia ogni anno e, poiché non si formano nuove famiglie, tende a diminuire progressivamente.

VIE DI COMUNICAZIONE – Le uniche strade esistenti sono i sentieri e le mulattiere che congiungono i centri abitati alle località poste sulle rotabili Montaggio – Laccio e Lavagna – Moranego.
Da Montaggio parte una mulattiera che, attraversando le località di Ciappà e Teitin giunge a Noci (4,4 km circa con pendenza dal 18,7 al 25,6% , percorribile in due o tre ore).
Da Case Teitin si diparte una derivazione di circa 1 km che conduce a Brugosecco e, nell’ordine, a Montebano, Veixe, Case Fontana e Caiasca.
Queste località si possono raggiungere anche da Prato, passando attraverso San Cosimo e San Martino di Struppa, con un percorso di circa 10 km e pendenze fino al 30%.
Altro punto di approccio è il Ponte della Fornace presso Tre Fontane ed è usato soprattutto degli abitanti di Caiasca, Fontana e Veixe, località più prossime alla diga del Lago di Val Noci.
Segnaliamo pure i sentieri Fontana – Colletta e Montebano – Molino di Montaggio.
A Campoveneroso si accede da Bromia in circa in 3 km di mulattiera con pendenza del 17%.
A Feto si accede da Morasco, con 2 km circa di mulattiera, notevolmente accidentata.
Noci può essere raggiunta anche da Moranego attraverso il Passo del Fuoco (990 m slm) con 3 km di mulattiera con pendenza piuttosto notevole.
Le condizioni di transitabilità sono generalmente pessime: d’inverno la neve e il ghiaccio; in primavera e autunno un mare di fango e d’estate il fondo pietroso e sconnesso, rendono disagevole il transito persino dei muli.
La lunghezza eccessiva e la pendenza dei percorsi creano il problema di più difficile soluzione nei riguardi dell’approvvigionamento, degli interventi sanitari e dei Contatti sociali.

ACQUEDOTTI – Il problema del rifornimento idrico deve essere ancora risolto in molti paesi,anche nei confronti del bestiame. Le cisterne di acqua piovana, con il sopraggiungere della stagione estiva, si esauriscono infatti in breve tempo e l’unica acqua disponibile rimane quella delle sorgenti sparse in numero limitato sulle balze circostanti, spesso lontane dai paesi.
Non è neppure posto il problema dell’irrigazione dei terreni coltivati, che pure sarebbe indubbiamente benefica.

C.    Vita economica, sociale e religiosa

La densità di popolazione è molto bassa, sia per la continua emigrazione, conseguente alle misere condizioni di vita, sia perché, non formandosi nuove famiglie, la natalità è in nettissima diminuzione, sia per la prematura mortalità.
Il fenomeno dell’unione tra consanguinei è molto frequente con conseguente decadimento della razza e delle qualità fisiche e mentali, aggravato anche dalle precarie condizioni igienico – sanitarie.

L’economia della zona è a carattere agricolo - pastorale.
Ogni famiglia coltiva il proprio appezzamento, cura l’allevamento dei pochi animali da cortile e di qualche bovino e, nella migliore delle ipotesi, di un certo numero di pecore e capre.
I prodotti principali sono il latte, le castagne e le patate che, già poveri per natura, sono ancor più svalutati dalla difficoltà di farli affluire sui mercati.
Lo scarso patrimonio forestale, aggravato anche dalle malattie dei castagni, non consente un razionale sfruttamento del legname; la fienagione scarsa sopperisce solo ai bisogni locali.
Ne consegue un tenore di vita molto basso e, soltanto chi cerca lavoro nel porto (di Genova) o nei paesi vicini riesce a elevarlo, sia pure in limiti molto modesti.
Non tutte le famiglie possiedono il mulo, unico mezzo di trasporto e devono quindi affidarsi a terzi per l’approvvigionamento, con ilo conseguente aggravio di spesa.

Il livello culturale è bassissimo: i più anziani sono generalmente analfabeti mentre i più giovani, pur avendo frequentato le scuole elementari, per l’assoluta mancanza di contatti, anche mediati, con l’esterno, si riducono nelle stesse condizioni.

La vita religiosa è poi molto ridotta, in conseguenzadella mancanza in loco di un sacerdote; soltanto a Noci la Messa viene celebrata, d’estate, al sabato pomeriggio e ciò rappresenta un grande progresso rispetto al passato, dato che fino al 1954 la zona veniva visitata dai sacerdoti soltanto per Natale e per Pasqua, mentre, negli altri periodi, l’abbandono era quasi completo, malgrado lo zelo e la buona volontà dei Parroci e dei loro Coadiutori.
È quindi logico che il sentimento religioso sia del tutto relativo sebbene si manifesti con una certa devozione quando se ne dia la possibilità.
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CENNI SUI PRINCIPALI PAESI

1.    CAIASCA – posto nei pressi della diga del lago di Val Noci, è certamente il centro meno disagiato in quanto collegato discretamente alla carrozzabile e fornito di luce e di acqua.

2.    FONTANA -  Quattro famiglie per complessivi 15 individui. Manca di luce mentre esiste una fontana con lavatoio.

3.    MONTEBANO – Una famiglia per complessivi 5 individui. Molte case sono disabitate, essendo state abbandonate anche di recente. Manca di luce e l’acqua è attinta a una cisterna alimentata da sorgente stagionale (ottobre – maggio). Necessità di una teleferica da Colla a montaggio (1.500 m circa)

4.    VEIXE – Cinque famiglie per complessivi 17 individui. Manca la luce e per l’acqua esistono solamente cisterne di raccolta dell’acqua piovana. Nei mesi estivi viene utilizzata l’acqua di Fontana.

5.    BRUGOSECCO – Quattro famiglie per complessivi 14 individui. Manca la luce e per quanto riguarda l’acqua la situazione è identica a quella di Veixe. Nel periodo estivo l’acqua viene attinta a 40 minuti dal paese dalla Colla o da Case Teitin.

6.    AU CIAN e TEITIN -  Due famiglie per complessivi 3 individui. Manca la luce e l’acqua nel periodo estivo.

7.    ASCIA - Due famiglie per complessivi 9 individui. Manca la luce e l’acqua nel periodo estivo.

8.    CIAPPÀ - Una famiglia per complessivi 4 individui. Manca la luce.

9.    NOCI - Undici famiglie per complessivi 59 individui. Manca la luce.

10.    CAMPOVENEROSO - Sette famiglie per complessive 25 persone. Manca la luce mentre l’acqua è scarsa.

11.    FETO - Sette famiglie per complessivi 30 individui. Manca la luce e l’acqua scarseggia. Tanto da Campoveneroso quanto da Feto è possibile l’impianto di una teleferica di collegamento con la carrozzabile.

12.    CUNEO DEI CORPI - Una famiglia per complessivi 5 individui. Manca la luce che però raggiunge Caldaia a 420 m dal paese.

Nella zona vivono pertanto stabilmente circa duecento persone, mentre nei mesi estivi il numero tende ad aumentare, essendo molte le famiglie originarie del posto e trasferite altrove, che trascorrono le vacanze nelle loro vecchie abitazioni.

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ATTIVITÀ SVOLTA DAL CLAN XXX

A.    Assistenziale:

•    Fornitura di lampade a carburo ad ogni famiglia di Noci;
•    Fornitura di cancelleria alla scuola di Noci;
•    Fornitura di barella e cassetta di pronto soccorso a Noci;
•    Consegna di indumenti vari ottenuti dalla C.R.I.;
•    Consegna annuale di pacchi natalizi ai bambini della vallata;
•    Piccoli lavori di manutenzione nella scuola e nella chiesa;
•    Consulenza per pratiche burocratiche varie;
•    Dotazione provvisoria di apparecchio radio a pile alla scuola di Noci;
•    Collaborazione a lavori di miglioramento stalle.

B.    Ricreativa:

•    Organizzazione annuale della festa della pentolaccia;
•    Costruzione annuale del Presepe;
•    Torneo di bocce;
•    Gita a Genova dei bambini della scuola di Noci, con visita al porto e alle zone della città di maggiore interesse;
•    Incontri periodici con i bambini;

C.    Spirituale:

•    Catechismo ai bambini;
•    Partecipazione e collaborazione alla S. Messa di Natale;
•    Celebrazione di feste religiose presenti i nostri Assistenti.

Tutto questo è stato realizzato, anche dal punto di vista finanziario, solamente con i mezzi a disposizione del Clan, il che non ha consentito di affrontare gli altri problemi, anche urgenti, per la soluzione dei quali tali mezzi non sono certamente sufficienti.
In ogni caso la nostra attività, pur contenuta in tali limiti modesti, ha contribuito a creare un clima di fiducia nei nostri confronti che, oltre a premiare la nostra opera, dimostra ampiamente la riconoscenza di chi, non abituato a veder affrontare i propri secolari problemi, ha finalmente la sensazione che qualcuno, quanto meno, se ne interessa.
Riteniamo pertanto che, qualora fossero risolti quelli di maggiore importanza che affliggono la zona, sarebbe possibile ridare agli abitanti il senso di fiducia nella società che attualmente è stato del tutto cancellato dai lunghi anni di abbandono.

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PROBLEMI E PROPOSTE

 
1.    Vie di comunicazione:

Considerata assai ardua la possibilità di migliorare lo stato dei sentieri tradizionali, già descritti in precedenza, unica eventuale soluzione appare quella della costruzione della carreggiabile che, in continuazione di quella già esistente tra il Ponte della Fornace e il lago di Val Noci, proseguisse, costeggiando il versante nord del lago stesso, fino all’altezza di Noci.
Tale strada, il cui tracciato è già parzialmente segnato da un sentiero, consentirebbe un rapido raccordo di tutti i paesi della vallata con la strada Creto – Montaggio; specialmente nei mesi invernali e per la sua modesta pendenza, permetterebbe quanto meno il transito di carri e non soltanto di muli.

2.    Teleferiche:

Dato l’attuale stato precario delle vie di comunicazione, le teleferiche assumono un’importanza quasi vitale.
Abbiamo già elencato le possibili realizzazioni in proposito nelle pagine precedenti e a esse rinviamo senz’altro.

3.    Luce:

Le possibilità di allacciamento a una linea elettrica appaiono tre:

•    Da Caiasca, dove già esiste un impianto, verso Veixe, Montebano e Brugosecco;
•    Da Morasco in direzione di Feto e Campoveneroso;
•    Da Moranego, o meglio dal cantiere posto allo sbocco del tunnel destinato a convogliare le acque del Brugneto al lago di Val Noci, attraverso il tunnel stesso.

Le soluzioni più semplici appaiono quelle della linea di Caiasca, in quanto vi sono più centri abitati raggruppati nei pressi, e quella del collegamento di Noci con Moranego, in quanto attualmente, per soddisfare le esigenze del cantiere di cui sopra, l’energia elettrica raggiunge il cento del tunnel e sarebbe quindi facile convogliarla fino a Noci.
Pur avendo presenti le difficoltà tecniche di un impianto del genere, e la sua scarsa importanza economica per l’impresa erogatrice, riteniamo comunque necessario porre il problema per l’importanza che oggi ha l’energia elettrica nella soluzione di innumerevoli problemi non ultimo dei quali quello dell’istruzione.

4.    Acquedotti:

Abbiamo già segnalato i centri sprovvisti di acqua: poiché le sorgenti non difettano, spesso il problema potrebbe essere risolto con poca spesa, che non rientra tuttavia nelle possibilità economiche degli abitanti e richiede quindi l’intervento degli Enti preposti.

5.    Varie:


Sembra inoltre opportuna una maggiore assistenza sanitaria, soprattutto nei confronti dei bambini, che appaiono generalmente denutriti.
Una più intensa  attività di rimboschimento e una assistenza tecnica in campo agricolo che permetta, ove possibile, la trasformazione delle culture esistenti in altre maggiormente redditizie.  

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Il Clan XXX intende proseguire nella sua opera di assistenza, e si mette quindi a completa disposizione, sia per ogni ulteriore chiarimento sulla situazione della zona, sia soprattutto per contribuire, nei limiti delle sue possibilità, alla soluzione dei vari problemi

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ALCUNE FOTO DI NOCI ANNI '50

   Vista del paese

 La chiesetta

 Alcune case

 

 

 
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