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Il primo clan secondo Giorgio Montagna PDF Stampa E-mail

Giorgio Montagna (capo-pattuglia delle "Pantere") ha di recente rievocato alcuni episodi del Clan del Pian della Tortilla della prima ora, il clan di Teddy e ce li ha mandati.

La storia comincia così...

La Papi  (figlia più piccola di Teddy)  aveva inviato una mail a Mammo e a me  (non so se pure ad altri),  dicendoci che l'AGESCI di Roma le aveva scritto richiedendo una specie di "curriculum" di Teddy. Papi, stupitissima e lusingata, si rivolse così a noi perchè la aiutassimo a ricostruire la saga del XXX con particolare riferimento a suo papà.

Ecco il suo mail:
da Papi Gianelli a Giorgio Montagna  il 27 settembre 2009

Carissimo, ho bisogno di un grande piacere!
mi servirebbe conoscere BENE che cosa ha fatto mio papà Teddy, per lo
scoutismo a Genova dai primi anni in poi.....( dopo guerra....)
In sintesi: come è nato il Clan della Tortilla del XXX, l'esperienza di
Noci e quello che reputi importante fissare nella memoria......anche i tuoi ricordi saranno preziosi!
L'Agesci, (Udite, udite.....) mi chiede sue notizie, forse perchè non
vuole che il suo ricordo di Capo Clan e di un BRAVO scout vada perso
nella polvere o nel tran tran....
Senza fretta, ti ringrazio se mi aiuterai!
Un abbracio a tutti
PAPI GIANELLI CASTIGLIONE

La risposta di Giorgio non si è fatta attendere. L'11 ottobre 2009 scrive:

Cara Papi,
allora, incominciamo.

Occorre però una premessa su cosa era il XXX e su cosa diventò, nonché un cenno alla mia appartenenza.
Come sai, il XXX nacque -giorno più, giorno meno- il 1° Novembre 1945 e fece il suo primo campo estivo nell'estate del '46 accanto al podere dei "Garscè" (scritto come si pronuncia, non so altro).
Io giunsi a Set/Ott del 1946, in tempo per sentire le emozioni e i ricordi di quel primo, memorabile campo. E non si può parlare dei "Garscè" senza far riferimento alle 'prodezze' -quante volte ripetute- di Teddy.
Gli piacevano le armi, come sai, e portò con sé ‑oltre naturalmente a una pistola‑ delle bombe a mano che poi lanciava in un vicino laghetto causando ecatombi di pesci.
Rimasi al XXX sino alla primavera del 1952 quando cominciai a frequentare sempre meno il Clan al punto che tuo padre mi 'radiò" ufficialmente. Il motivo fu che erano cominciate a piacermi più le sottane che i calzoni corti.

Il campo estivo del 1952 si svolse all'isola d'Elba : sempre due pattuglie (le "Tigri con capopattuglia Giovanni Costa, e le "Pantere" il cui capopattuglia ero io, che venni sostituito non so da chi). Quello -dal Novembre '45 sino alla primavera del '52- fu il MIO XXX.

Che ora chiamiamo "storico".
Dopo questa data successe di tutto: fa conto la Gianelli&Chierici che diventa una multinazionale. Non conosco le motivazioni che gradualmente fecero del XXX un polo di attrazione per scouts, rovers, e credo anche lupetti.
Sta di fatto che quel Clan che Gianni Barabino voleva venisse sciolto perchè la sua attività principale era lavorare "di picco e pala" (che discussioni a casa de Commissario Tomiolo...), stava fagocitando gente a decine.

Perbacco, oggi tutti sono stati nel XXX!
E questo XXX "allargato" non lo sentii più "mio".

  TEDDY

Teddy. Perchè Federico Gianelli Castiglione veniva chiamato "Teddy"?
Perché, quando era piccolo, la sorella maggiore leggeva un libro il cui protagonista aveva questo nome. Le piacque tanto da soprannominare il fratellino appunto "Teddy”.

Quando io lo conobbi avevamo rispettivamente 18 e 16 anni. La guerra era appena finita e lui era fiero -e non perdeva occasione per farlo rilevare- di essere stato un "partigiano”, sia pure cittadino, a 17 anni.
Il Capo Giancarlo Minetti lo aveva nominato "aiuto istruttore" e ricordo bene il giorno che si presentò con una piccola piuma rossa sul cappellone.
Quali erano, per noi, i pregi e i difetti di Teddy? Cercherò di interpretare al meglio l'opinione generale del Clan di allora.

Era nato per guidare, per comandare. E quando le persone nel loro inconscio trovano che sia giusto così, vuoi dire che gli riconoscono il carisma dei 'capo', del 'condottiero'. Era schivo delta parola scritta, delle formalità. Mirava di giungere al sodo, alla sostanza delle cose. L'amalgama del XXX 'storico' era merito suo, Ci aveva portati al punto che ritenevamo seriamente di avere qualcosa in più degli altri Reparti o Clan.
E le pensava tutte per rafforzare in noi questa convinzione: chi inventò le "spalline rosse" che non sono affatto d'ordinanza, ma il frutto di una sua geniale idea perché il XXX si distinguesse fra gli altri?[
[Sfogo personale oggi la gente che affollò il XXX piange di commozione sul fazzoletto verde e nero e sulle spalline rosse ma non volevate scioglierci ? No, non perdòno].

La domenica mattina, tutti in divisa, dopo Messa non si parlava, si agiva.I nostri "giochi" li aveva inventati lui il passaggio alla marinara' che consisteva nell'attraversare la larghezza del cortile aggrappati mani e piedi ad una corda tesa. "Salamino", i classici 10 metri di corda arrotolati appunto a salamino, gettato nel centro del cortile (stavo per dire : "dell'arena") che veniva conteso fra 5 rovers da una parte e 5 rovers dall'altra. Botte da orbi, ammucchiate selvagge.E il famoso "picco e pala": scavare buche per poi riempirle di nuovo. Forse lui stesso non se ne rendeva conto ma ci stava preparando nel fisico e nell'obbedienza alle prove materiali della vita.Ovviamente non potevano mancare, anche se non di sua invenzione, la palla a volo, i "cavalli marsci" (saltare uno dopo l'altro sulle schiene piegate della squadra avversaria. E non ci veniva l'ernia dei disco).

Poi iniziò l'epopea della Jeep. Un suo zio dl Verona gli fornì i mezzi per acquistare una jeep. Ma una jeep vera, di quelle che si vedono nei film dl guerra americani.


Giorgio Montagna al volante della Jeep:
manca ancora la scritta laterale "SFIANCARENI". Il luogo è la strada da Monte Fasce a Monte Moro, l'anno è il 1948.

Mio Dio, cosa non si fece con quella jeep…Pensare come ci sentivamo diversi, 'superiori', quando si doveva disputare una partita di palla a volo in casa d'altri e noi arrivavamo in 10 o 12 stipati sulla jeep! (Sic!) Altro che isole azzurre"! Parliamone adesso, visto che siamo In argomento. E 'en passant' accenniamo ad uno dei suoi difetti: la testardaggine. Tanto testardo che, sulla strada che conduce a Monte Moro (sotto Ii Fasce), si Incaponì a spostare un macigno spingendolo con la jeep. La macchina ruggiva ma non ce la faceva. Insistette tanto che a un certo punto sentimmo un grande colpo la frizione era saltata, aveva bucato il planale, aveva sfiorato Teddy, ed era finita a qualche metro dl distanza (ndr: ad una parete della sede quel pezzo restò appeso fino che la Tortilla abitò li: a monito, per evitare altre....imprese del genere?).

 Al campo estivo del 1947, a Cabannette di Pei, organizzò un'incursione notturna ad un campo scout vicino a noi. Togliemmo tutti i picchetti, e le tende si afflosciarono sui dormienti. Dovette scusarsi con il loro Capo.
Non potè andare al Jamboree Internazionale in Norvegia nel 1949 perchè 'era a militare". Fece l'autiere : gli piaceva guidare veicoli di grandi dimensioni. Il ritorno alla vita civile non fu piacevole. Intraprese diversi lavori, ma le sue pulsioni interne lo chiamavano a ciò che lui preferiva lo scoutismo, la pompieristica, la Croce Rossa. Era insofferente al tran‑tran, alla vita d'ufficio, ai rigori di un lavoro dipendente, all'obbedienza, a chinare il capo quando ciò era necessario. Insomma, era tutto all'infuori del 'politicamente corretto'. Certamente soffriva di queste situazioni, perché avrebbe voluto dare alla sua famiglia di tutto e di più. Chissà, forse gli mancò un figlio maschio.

Come si usa dire, una ne faceva e cento ne pensava. Un'estate (1947) gli venne in mente dl fare un "campo scuola” per i capipattuglia (due ...).
Lui, Giovanni ed io andammo a mettere una tenda sugli scogli del Piani d'Invrea e ci fermammo una settimana.

 

 

Piani d'Invrea - 1947 - Giorgio Montagna e Giovanni Costa (in piedi) con la "mitica" tenda Buciantini.

 

 

 

 

"Campo scuola? Si stava in mare dalla mattina alla sera .... Sopra di noi c'era una residenza del “Fatebenefratelli” di Milano.  Ci presero a ben volere ed un giorno ci offrirono un pranzo. Bevemmo tanto che al ritorno eravamo proprio ciucchi. Ci spogliammo e ci buttammo in mare .

 

 

 

 

 

Piani d'Invrea - Giovanni e Giorgio a pesca

 

 

 

E il San Giorgio del 1950 ? Ebbe l'idea -come sempre perchè il XXX si distinguesse- di farci costruire con dei tubi metallici un "castello" (come si chiamano le torri sulle quali si esercitano i pompieri). Si fecero prove e controprove. Il giorno del raduno eravamo pronti : 2 o 3 taniche piene di benzina, corda e moschettoni a posto. Gettammo la benzina alla base del 'castello' e la accendemmo: i cartoni che lo ricoprivano a mò di pareti presero fuoco, sì da simulare un incendio. Alcuni di noi intervennero con estintori che ci guardammo bene dall'indirizzare sulle fiamme. E, dal colmo del 'castello' agganciato con un moschettone ad una corda tesa obliquamente, scivolò giù Ferruccio Berninsone, piegato in due come se fosse proprio morto.

E chi se non Teddy poteva decidere di COSTRUIRCI la Sede? I muri erano costruiti con le macerie delle vicine case distrutte dai bombardamenti, il cemento costava, per cui la malta era una miscela di 10% cemento e 90% terra. Inutile dire che l'allestimento del cantiere, la direzione dei lavori, la disciplina della mano d'opera erano tutte sue prerogative.

Oltre che alla domenica mattina ci si incontrava il mercoledì sera.

La sua passione per le armi era tale che una sera, discutendo vivacemente con me, mi puntò contro una pistola tedesca (Luger) e sparò. Attimo di silenzio. Era una pallottola a salve ...
E ora parliamo un po' di cosa aveva "dentro" Teddy. Aveva un cuore grosso così. Aveva dei pensieri talmente delicati e sensibili verso gli altri che uno si commuoveva. Aveva la capacità del "leader" che sa come ridare slancio, fiducia, ottimismo a chi ne aveva bisogno. Sapeva trarsi -e trarre gli altri- da ogni situazione.

I difetti? Faccio fatica a ricordarli. Che fosse testardo sì è detto ; era permaloso, facilmente irritabile e . . .e poi cosa? Non mi ricordo altro.
Teddy è stato ed è tuttora un mito, ed è riuscito a fare del XXX un mito.

Papi, è evidente che questo materiale necessita di essere amalgamato con quanto ti forniranno gli altri, poichè temo di essermi lasciato trascinare da ricordi personali. Se desideri un taglio diverso, non ti fare scrupoli : dammi delle direttive di massima e cercherò di fare del mio meglio.

Estote Parati. O no?

 

 
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