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I campi estivi di Clan PDF Stampa E-mail

Un coro a più voci sui campi di clan

I ricordi relativi ai diversi campi estivi sono raccolti nella sezione eventi.

I campi estivi di Clan (… rigorosamente mobili, vigliacco se si poteva stare due giorni nello stesso posto magari oziando un pochino solo un pochino … no e poi no, salite sempre salite, carichi come muli con gli “zaini affardellati” e con l’impressione perversa che le montagne fossero   … basculanti, cioè che dopo un’estenuante salita anche il ritorno a valle fosse in salita, e io mi domando ancora oggi perché per andare sul Monviso, per poi tra l’altro non raggiungere  neanche la cima perché un fantomatico comitato di “spalline rosse”, a cui non ho potuto partecipare perchè  in quel periodo non le avevo ancora ricevute, ha deciso diversamente, si sia dovuto partire dalla Valle Maira e una volta arrivati alla Val Varaita si sia dovuto allungare attraverso la Valle del Bellino che se “nomen omen” era tutto un programma ...) erano qualcosa di indimenticabile !!!! (Pier Giorgio Spotorno)

Nel 1955 (credo) il campo fu fisso e in un ameno posto di nome Noci (si può dire che ci si accontentava di poco, ammesso che lo stare assieme tra amici sia poco, senza pretendere nulla dal punto di vista del....paesaggio). Fisso per modo di dire perché fu un campo di lavoro: una parte del Clan aiutò a raccogliere e a portare a valle il fieno mediante teleferiche e una parte si dedicò a selciare con “ciappe” più o meno grosse i dintorni dell’abbeveratoio che, prima, erano un pantano indescrivibile: se ci entravi con le suole di vibram ti portavi via qualche chilo a pedula. Ovviamente le ciappe non arrivavano lì da sole ma dovevamo andare a cercarcele dov’erano e più erano grosse e più erano pregiate ma anche pesanti….

Ricordo che dormivo in tenda con Gigino Sammartino e che la nostra tenda fu battezzata “il Paradiso” per via dei….santi.

Ricordo ancora, arrivati a Brignole da Montaggio, a fine campo, la risalita di via Serra, in perfetta divisa con Mario Mascolo ad aprire la fila, lui sempre distintino, con una gran marmitta sullo zaino e noi dietro, con l’altro materiale da depositare in sede di Clan, al Padre Santo. Dimenticavo di dire che la risalita avvenne a metà pomeriggio di una domenica: la gente elegante a Corvetto e dintorni ci guardava un po’ interdetta…. (Mammo Sampietro)

 
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