Le aquile randagie
Piero Stagno, scout del Genova 3°, commissario regionale, ecc. ecc. nonchè partecipante ai nostri incontri dei Certosini, ci ha mandato questo ricordo, in occasione dell'inaugurazione dei giardini dedicati alle aquile randagie il 14 ottobre 2011...

 

LE AQUILE RANDAGIE

Questa volta ricorderò una vicenda avvenuta molti anni fa e abbastanza  sconosciuta, anche se ha avuto una parte non piccola nella storia della gioventù italiana ai tempi del fascismo.

Come tutti sanno, il fascismo era andato al potere nel 1922, secondo le regole dell'epoca, ma era uscito dalla legittimità democratica fra il 1923 ed il 1927 (basti ricordare il 23 agosto 1923 l'assassinio di Don Minzoni, parroco di Argenta e fondatore del gruppo scout locale); nell'aprile 1926 approvò le leggi "fascistissime", con cui erano sciolti i riparti scout nei centri con meno di 15.000 abitanti. 

Il Papa Pio XI, cui premeva salvare l'azione Cattolica, sacrificò l'ASCI ed il 25 gennaio 1928 sciolse l'ASCI, citando il Re Davide ("se dobbiamo  morire sia per mano vostra, o Signore, piuttosto che per mano degli  uomini"); su disposizione del Commissariato Centrale fu stabilito che l'ASCI avrebbe cessato le sue attività ed il 22 aprile in Duomo a Milano, alla presenza del Cardinale (e lo stesso successe in tutta Italia), furono deposte sull'altare le fiamme dei riparti, ma lo stesso giorno un lupetto
fece la sua promessa.

 Un mese più tardi, il 20 maggio, sotto l'impulso di Giulio Uccellini "Kelly", che era capo del MI II e di Andrea Ghetti "Baden" scout del  MI XI, fu iniziata l'attività clandestina con un'uscita ai Corni di Canzo, con un duplice scopo: mantenere lo spirito scout (libertà, autonomia, fraternità, servizio)  e preparare i capi per il momento della ricostruzione (Kelly diceva "noi dureremo più del fascismo", e così fu per 16 anni 11 mesi ed 5 giorni, periodo chiamato "la giungla silente" ).

 Essi si chiamarono aquile randagie e ciascuno scelse un totem (altri direbbero nome di battaglia), per confondere le idee ai fascisti, facendo anche un complicato sistema di comunicazioni (uso dell'alfabeto Morse, certe colonne usate come caselle postali etc.).

 Da allora ogni domenica ci fu un'uscita con i campi estivo ed invernale, il tutto in perfetta divisa (i ragazzi partivano da casa con la divisa nello zaino e poi se la mettevano fuori città) ed applicando integralmente il metodo e la legge scout: è da notare che furono dei ragazzi a dire no al fascismo, il più vecchio era Kelly che nel 1928 aveva 24 anni; i fascisti tentarono di infiltrarsi, ma furono sempre depistati.

 Baden si laureò in filosofia nel 1935 e alla discussione della tesi non indossò la camicia nera, come era obbligatorio; nel corso della festa di laurea annunciò la sua entrata in seminario.

 Fu avviata anche un'attività internazionale e nel 1933 5 Aquile randagie parteciparono al Jamboree di Gödöllo in Ungheria dove incontrarono Baden Powell.  Nel 1936 Kelly, nel corso di un pellegrinaggio di scout stranieri a Lourdes, fa voto di condurne uno ufficiale dell'ASCI dopo la rinascita; il voto fu sciolto da oltre 400 scout ASCI nel 1954. Nel 1937 le aquile Randagie parteciparono (nel gruppo di scout della Corsica) al Jamboree di Vogelenzang  in Olanda, dove Kelly, Baden e Cicca (Vittorio, fratello di Baden) furono ricevuti ufficialmente da Baden Powell come delegazione italiana e B.P. concesse a Kelly l'investitura di Capo Campo (DCC), quindi con la possibilità di formare altri capi riconosciuti dallo scautismo internazionale.

 Con lo scoppio della guerra tutto si complica ancora di più e Baden chiede consiglio a Monsignor Montini (che era già nella segreteria di Stato), il quale gli dice che "conviene" continuare a conservare il metodo e lo spirito dello Scautismo, pur nei pericoli della vita clandestina, nella prospettiva del futuro, quando avrebbero contribuito validamente al rinnovamento del mondo giovanile.

 Con la guerra molte aquile randagie vanno al fronte e lo scambio di corrispondenza insospettisce la censura; il risultato, il 4 ottobre 1942, è una selvaggia aggressione a Kelly (tre costole rotte, commozione cerebrale, frattura della clavicola sinistra e perdita dell'udito da un orecchio).

 La mattina del 26 luglio 1943 la notizia della caduta del fascismo raggiunge le aquile randagie mentre erano a Messa al campo di Colico (dove ora è il campo scuola nazionale, che è intitolato a Kelly), ma la gioia dura poco, arriva l'8 settembre e le aquile randagie fondano l'OSCAR (Opera Scautistica Cattolica Assistenza Rifugiati), la cui attività consiste nell'assistenza all'espatrio in Svizzera (attraverso la sperduta Val Codera, che era il loro principale territorio di attività) di ebrei, renitenti alla leva e ricercati politici, con documenti falsi e quanto era necessario; oltre alle attività dell'Oscar le aquile randagie continuarono la normale attività scoutistica (uscite e campi); l'Oscar fece 2166 espatri clandestini, 500 preallarmi e 3000 documenti falsi ed ebbe 7 caduti (su circa 40 persone attive).

 Al termine della guerra l'Azione Cattolica aveva l'intenzione di fare dell'ASCI una propria sezione, il che fece sollevare le aquile randagie che avevano pagato di persona per continuare ideale e metodo; attraverso "persone influenti" (si capisce che si tratti di Mons. Montini), Baden ottiene che l'indipendenza dell'ASCI sia riconosciuta.

 Fatto questo racconto, forse arido, resta da chiedersi quali furono i fattori che permisero il miracolo di uno dei pochi, forse l'unico gruppo cattolico che visse il fascismo in clandestinità: la personalità di Kelly, Baden ed il fratello Vittorio, certo, ma un ruolo fondamentale ebbero la fedeltà al metodo ed alla legge scout, quindi la vita all'aperto ed una forte vita spirituale (prima delle uscite ed anche durante la settimana c'era la Messa).

 Anche grazie a loro l'ASCI è rimasta e, come dice il canto delle aquile  randagie (Col cappellone e un giglio d'or"), anche noi possiamo dire oggi "l'ASCI un bel giorno il cuore ci rapì".

 Questa nota è soprattutto un omaggio alla memoria di Kelly (fu sepolto in divisa col fazzoletto di Gilwell ed i 4 legnetti da DCC)

 Nota: le notizie storiche sono tratte da libro "le aquile randagie" Edizioni Fiordaliso e dal sito di Colico

 

Canto delle Aquile Randagie

Col cappellone e un giglio d’or

sempre restiamo esplorator,

se l’ASCI è sciolta non morirem,

con voce franca cantiamo insiem:

 

Rit.

L’esploratore tenace resterà

e la Promessa sua non tradirà

ma forte ancor, fedele ognor

all’ideale che non muor.

L’ASCI un bel giorno il cuore ci rapì

e  tanta gioia ci donò così

che se un bel dì l’ASCI risorgerà

tutti compatti ci troverà.

 

Su per i monti lieti saliam

In faccia al sole l’urlo lanciam

Dall’alte cime si leverà

Il nostro canto che ancor dirà:

 

Rit.

 

Quando quell’ora udrem suonar

che l’ASCI ancora potrà marciar

gigliate fiamme, vecchi guidon

sventoleranno fra le canzon:

 

Rit.