Campo estivo 1961 a Soucheres Basses

Località Souchères Basses – Pragelato (To)

C. R.: Beppe Marescotti;  Assist.: don Ettore Mazzini; Aiuti: Gian Paolo Guelfi, Enzo Campodonico, Rino Di Pietro, Sebastiano Geraci.

Il campo estivo quest’anno è in val Chisone. Guido Guiot ci consiglia la scelta della località a lui nota e cara. Ci presenta quindi a un suo caro amico scout di Pinerolo. Con Mario Timossi e Marco Cadolini arriviamo la sera di un sabato di maggio a Pinerolo a casa dell’ospitale amico, che dopo averci offerto cena e pernottamento ci accompagna il giorno successivo a Fenestrelle. Qui in una magnifica pineta al di là del Chisone troveranno posto per il campo Mario per l’Abuna Messias e Marco per il Franco Nanni. Io invece opto per un’altra località, in alta valle, a Souchères Basses: si tratta di una bella e ampia piana lungo il torrente, contornata da magnifici larici.

Il campo avrà inizio a metà luglio, ma la direzione risulta dimezzata, perché il CR. Beppe ha esami universitari e Gian Paolo la maturità. Sarà il sottoscritto il Capo campo, coadiuvato da Seba e Rino. Il trasferimento con la corriera del solito Callero.

Appena arrivati, constatata l’ampiezza del posto, le squadriglie scelgono la zona in cui piantare la tenda, e fare le costruzioni (cucina e refettorio). Una sceglie un’isoletta fluviale. (fortunatamente non c’è stata alcuna piena del fiume). Si iniziano poi le costruzioni classiche (palo bandiera, altare, ingresso, ecc.). Non sono belle come lo scorso anno; si vede che manca la mano di Alberto Guerrieri . Poi si iniziano le attività tradizionali di reparto e di squadriglia.

Nella stessa zona viene un giorno a fare esercitazioni un plotone di Alpini. Non disturbano affatto, anzi danno un buon esempio di correttezza. Al nostro alzabandiera gli alpini si fermano sull’attenti. Arriva don Mazzini, che ha fatto un viaggio interminabile con i mezzi pubblici, digiuno dal giorno prima, quasi senza bagagli se non l’occorrente per celebrare la messa, solo confidando nella Provvidenza. Ma la sua presenza è insostituibile, data anche la scarsità dei capi. Gli scouts che lo conoscevano solo come assistente in Sede, lo vedono ora come capo e ne apprezzano le sue qualità.

Tra le varie attività ricordo un grande gioco fatto presso l’alveo del fiume, ambientato in un Klondike nostrano, in cui le squadriglie ricercavano pepite d’oro ( si trattava di ciottoli dipinti con pittura gialla). Poi un raid di squadriglia in alta quota con pernottamento (zona dell’Assietta e di Pra Catinat). Qui la nebbia e il freddo mettono a dura prova gli scouts, che comunque superano bene la prova.

Finalmente, nella giornata dei parenti, arrivano Beppe e Gian Paolo. Il giorno seguente, di buon mattino, partenza per il Raid di Riparto con meta proposta la Cima della Ramière (m.3303). Con pullman di linea fino al Sestrière, poi a piedi lungo la lunga e bella val di Thuras. La mattinata è splendida, ma nel primo pomeriggio il tempo comincia a cambiare.

 

 

 

 

 

 

Enzo Campodonico e Gian Paolo Guelfi, in primo piano, e, sullo sfondo, don Ettore Mazzini e Beppe Marescotti (che sembra dormire)

 

 

 


 

 

 

Quando siamo quasi al colle della Ramière, comincia a piovere. Rinunciamo alla salita in vetta e scendiamo il più presto possibile ad Argentera in val Ripa. Ormai piove a dirotto e bagnati fradici ci rifugiamo in un accogliente fienile. Qui ci rifocilliamo con una robusta dose di latte caldo e di formaggio offertoci dai pastori. Il famoso detto “latte bianco e formaggetta locale” ha qui la sua origine! Ottimo il pernottamento e migliore il risveglio, anche perche il tempo è di nuovo bello e possiamo ritornare tranquillamente al campo. Seba è rimasto al campo da solo per sorveglianza. Quando rientrano le squadriglie alla spicciolata lo sorprendono intento a prepararsi un pantagruelico piatto (sua specialità) di spaghetti conditi con patate fritte!

In divisa da alpino ci viene a trovare Alberto Guerrieri, che fino a primavera era aiuto al N.H., ma ha dovuto lasciare per il servizio militare. Un’altra gradita visita è quella del Capo Gruppo Gianni Barbino, che insieme alla moglie Luciana incinta del primo figlio, trascorre alcuni giorni in zona. La coppia si trattiene a cena, anche se questa viene servita piuttosto tardi ormai al buio. Non essendo attrezzati per il campeggio vengono loro offerti i cibi in recipienti di emergenza. Sfortunatamente a Luciana viene portato tonno e patate in un colino!. Quando poi il tutto viene condito con abbondante olio succede il patatrac!

Dopo alcuni giorni il rientro senza eventi degni di nota, ma soddisfatti di un campo andato bene. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Don Ettore Mazzini celebra la Messa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un bel primo piano di Beppe...addormentato sul duro cemento